sabato 23 novembre 2019
Si tiene questa domenica in tutte le 25mila parrocchie italiane. Ma ci sono anche altri modi per essere vicini ai preti, ve le spieghiamo
Pranzo della Caritas nella parrocchia dei Santi Giuseppe e Marco a Orte (archivio Avvenire)

Pranzo della Caritas nella parrocchia dei Santi Giuseppe e Marco a Orte (archivio Avvenire)

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Nelle società secolarizzate il sacerdote è più che in passato figura di riferimento. Il dato, emerso da una recente indagine sul clero italiano commissionata dalla Conferenza episcopale italiana, è di quelli che fanno guardare con occhi nuovi alla Giornata nazionale Offerte per il sostentamento del clero diocesano, che domani verrà celebrata in tutte le 25mila parrocchie italiane.

Per i fedeli è l’appuntamento con un «grazie», da dire nel proprio cuore, da comunicare di persona, ma anche da evidenziare - per chi può - con un piccolo contributo diverso dall’obolo domenicale. I nostri "don" sono affidati infatti alle comunità per una remunerazione decorosa. Nome e cognome su un conto corrente postale dedicato a queste Offerte, un bonifico bancario o una carta di credito, nel 2018 i fedeli hanno donato 8,8 milioni di euro, ben 58 euro a donazione il contributo medio, talvolta ripetuto durante l’anno. Nel 2019 il trend è in crescita del +2,3% al 30 settembre scorso (ultimo dato disponibile) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Una scelta di vicinanza, perché famiglie, anziani, giovani sperimentano ogni giorno che significa poter contare su un interlocutore affidabile nell’annuncio della Parola, nel dialogo personale come nelle emergenze sociali.

Il dato della ricerca sulla missione sacerdotale oggi, realizzata su un campione rappresentativo del clero italiano (1.300 intervistati sotto i 74 anni, selezionati per area geografica e anno di ordinazione), mostra che anche nel clero cresce rispetto al passato la consapevolezza di nuove responsabilità in una società frammentata: alla domanda «la gente ritiene utile il ruolo del prete?» oltre l’84% degli interpellati risponde «sì», ma la percentuale di chi lo ritiene «molto importante» sale dal 17% espresso da chi è stato ordinato prima del 1969 al 20% di chi ha risposto alla chiamata al sacerdozio dopo il 1995.

Dunque in Italia il sacerdote diocesano sempre più spesso è missionario. Richiama a uno sguardo verso l’Alto e al primato della carità, nelle periferie urbane come nell’Italia dei borghi, di isole e valli alpine, dove raduna comunità disperse. Quello tra domani e la fine dell’anno è tradizionalmente il periodo più dinamico delle donazioni: il Natale alle porte fa avvertire più profondamente il dono di queste 34mila vocazioni, quelle del clero secolare oggi in Italia. Compresi anche quattrocento missionari nel Terzo Mondo e tremila sacerdoti anziani o malati, che dopo una vita di servizio al Vangelo, hanno bisogno che il popolo di Dio non si dimentichi di loro.

L’Offerta per i sacerdoti riannoda una storia: quella di ciascuno con il proprio cammino di fede, a tu per tu con i tanti presbiteri che dall’inizio dell’esistenza ci hanno accompagnato, dai primi Sacramenti alle scelte di vita. Ma anche la storia di un territorio, di cui tanti parroci hanno saputo radunare le energie sopite costruendo progetti sociali. Per contribuire basta un piccolo importo, donato in tanti, per raggiungere tutti i "don", dal più lontano al nostro.

«Nei gesti quotidiani dei nostri sacerdoti c’è l’amore di Dio» è il tema della campagna Offerte 2019, preparata da un piano di incontri formativi in tutta Italia (finora 63 diocesani, 1.160 parrocchiali) che proseguirà anche nel 2020, per spiegare l’importanza della partecipazione - anche economica - alla missione del clero. «Aiutare in maniera concreta i nostri sacerdoti è dovere di tutti noi che ne apprezziamo l’operato – ha spiegato Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione Cei –. Se crediamo nei sacerdoti, spetta a noi, in prima persona sostenerli».

Ecco come fare

Ogni fedele può donare, una o più volte l’anno, l’Offerta per il clero diocesano. Un obolo diverso dagli altri, perché espressamente destinato ad accompagnare i presbiteri nella missione. Sono quattro i canali a disposizione:

1) il conto corrente postale (n. 57803009, intestato a “Istituto centrale sostentamento clero-erogazioni liberali”, via Aurelia 796, 00165 Roma.

2) la carta di credito (Mastercard e Visa) chiamando il numero verde 800 825000 o sul sito web www.insiemeaisacerdoti.it

3) il bonifico bancario: Banca Etica Iban IT 90G05018 03200 000011610110. Sono disponibili iban dedicati presso altri 6 istituti di credito. La lista è su www.insiemeaisacerdoti.it e va intestato a “Istituto centrale sostentamento clero”. Causale: erogazioni liberali

4) rivolgendosi agli Istituti diocesani sostentamento clero è possibile un versamento diretto a questi uffici locali, elencati sul sito web della raccolta.

L’Offerta è deducibile dal proprio reddito complessivo fino a 1.032,91 euro annui

Come viene coperto il fabbisogno annuale

Nel 2018 è stato possibile assicurare a circa 34mila preti diocesani in Italia un mensile compreso tra 903 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato e 1.405 euro per un vescovo ai limiti della pensione. Il fabbisogno complessivo annuo è di circa 530 milioni di euro.

A coprirlo provvedono per il 17,1% gli stessi sacerdoti, attraverso stipendi di insegnanti di religione, per il servizio pastorale nelle carceri o negli ospedali; per il 7,5% le remunerazioni percepite dagli enti presso cui prestano servizio pastorale (parrocchie e diocesi); per l’8,6% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero. Il resto è coperto per il 66,7% dall’Istituto centrale sostentamento clero soprattutto attraverso l’8xmille (64,9%), e finora solo in piccola parte tramite le Offerte (1,8%). È importante dunque sottolineare il grande valore ecclesiale di questo contributo.




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