mercoledì 22 gennaio 2014
​​Il presidente della Fisc Zanotti: momento delicato, ma calo di copie inferiore a stampa generalista. Nelle 187 testate lavorano 500 persone.
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"Noi da sempre siamo la periferia, raccontiamo le energie e i problemi del territorio". I giornali diocesani non cedono le armi di fronte alla crisi che sta investendo tutto il mondo dell'editoria. Anzi sono pronti a resistere, per compiere quella missione che Papa Francesco, il papa venuto "quasi dalla fine del mondo", affida loro ogni giorno: quella di raccontare la realtà degli ultimi, di coloro che vivono nelle periferie tra problemi e speranze. "Molti ci scrivono che per la crisi sono costretti a tagliare le spese e cancellare l'abbonamento". Ma il calo di centomila copie è inferiore rispetto ai numeri della crisi dell'editoria. Così Francesco Zanotti, presidente della Fisc, riassume il senso dell'impegno di questo pezzo di Chiesa italiana, in un settore delicato come l'informazione, nonostante la crisi: alla Federazione aderiscono 187 periodici diocesani, che diffondono ogni settimana novecentomila copie, danno lavoro a 500 dipendenti, di cui 250 giornalisti, e a migliaia di collaboratori. Settanta di queste testate percepiscono contributi governativi per 1,7 milioni di euro, un 5% dal fondo per l'editoria e, dice Zanotti, "chiediamo che sia portato al 7%". Zanotti fa il punto a pochi giorni dal rinnovo del direttivo della Fisc che lo ha confermato presidente per il secondo mandato e all'unanimità ha votato un esecutivo composto dal presidente vicario Bruno Cescon di Pordenone, dal vicepresidente Chiara Genisio di Torino, dal segretario Francesco Cipolloni di Macerata, dal tesoriere Carmine Melloni di Salerno e da Sergio Criveller di Treviso, entrato nell'esecutivo in rappresentanza del Comitato tecnico. Nonostante la crisi, inoltre, la Fisc punta sui giovani e ha appena fatto partire un progetto per portare al Sir due stagisti ogni tre mesi, per due anni, coinvolgendo quindi 16 ragazzi e ragazze che approderanno a Roma, presso la agenzia promossa dalla Cei che permette ai periodici Fisc di fornire accanto alla informazione locale, punto di forza sul territorio, informazione nazionale e internazionale. "Siamo locali solo per diffusione - precisa Zanotti - per il resto abbiamo un occhio attento all'Italia e al mondo, per raccontare storie, far circolare idee, contribuire all'opinione pubblica". Nonostante la crisi che riduce le entrate delle famiglie, la diminuzione degli abbonamenti e del numero di inserzionisti, i tagli dei contributi all'editoria, infatti, Zanotti rimarca che la Fisc "crede ancora nella necessità di un'opinione pubblica e crede nei giornali". Giornali di carta, anche se le testate Fisc hanno raccolto la sfida dell'on-line, tra l'altro come "opportunità per raggiungere un pubblico più giovane". "Siamo molto radicati e forti sul territorio - spiega il presidente - ma nel passaggio dalla provincia alle grandi città c'è qualcosa che si inceppa, diventiamo deboli, facciamo fatica a dar voce a un pezzo di Paese che non è rappresentato.
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