domenica 8 maggio 2016
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«Siete chiamati a vivere il vostro lavoro come una missione che il Signore stesso vi affida; a cogliere il tempo che trascorrete qui a Roma, nel cuore della cristianità, come opportunità per approfondire l’amicizia con Gesù e camminare verso la meta di ogni vera vita cristiana: la santità». È l’invito a «crescere nella fede» «lavorando ogni giorno “acriter et fideliter” con coraggio e fedeltà» che papa Francesco ha indirizzato ieri mattina alle Guardie Svizzere, ricevute in udienza nella Sala Clementina in occasione del giuramento – avvenuto il giorno precedente – delle nuove reclute accompagnate dai familiari. Prima dell’udienza il Papa ha incontrato il presidente della Confederazione elvetica, Johann Schneider-Ammann, con cui ha discusso di migranti, disoccupazione giovanile, Medio Oriente e Africa. Venerdì il giuramento di 23 reclute nel giorno – il 6 maggio – in cui si commemora la morte di 147 soldati elvetici caduti nel 1527 in difesa del Papa nel Sacco di Roma. In quel frangente l’attuale comandante delle Guardie Svizzere, il colonnello Christoph Graf, ha sottolineato che «l’arma da combattimento più efficace che esiste sul mercato» è «la corona del Rosario». Sempre ieri il Pontefice ha poi voluto aggiungere: «È bello vedere dei giovani, come voi, che dedicano alcuni anni della loro vita alla Chiesa, segnatamente al successore di Pietro: è un’occasione unica per crescere nella fede, per sperimentare l’universalità della Chiesa, per fare un’esperienza di fraternità». Il Papa ha quindi esortato a «sperimentare l’universalità della Chiesa» in un luogo, la sede del vescovo di Roma, che è crocevia di pellegrini di tutto il mondo. Da ultimo, l’augurio «di vivere intensamente le vostre giornate, saldi nella fede e generosi nella carità verso le persone che incontrate ». (F.Riz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA L’udienza alle Guardie Svizzere (Ansa)
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