“Il mio compito è dire a voi che siete qui e alle realtà che dipendono da voi: prendiamoci la nostra parte di
protagonismo perché il sogno di
Chiesa espresso da
Papa Francesco a
Firenze possa realizzarsi”, così il vescovo
Nunzio Galantino,
segretario generale della Cei, intervenendo al convegno nazionale degli Uffici diocesani scuola, Insegnamento della religione cattolica, università, in corso a Salerno.
La notizia è stata riportata dal
Sir: “Se voi aspettate che le indicazioni arrivino dalla Segreteria generale Cei e poi ai vescovi e poi alle uffici di curia – ha spiegato monsignor Galantino – si replicherà quanto accaduto nel 1976 dopo il convegno ecclesiale di Roma e scritto all’indomani dei lavori: l’impressione è che convegno sia su un binario morto e che sulla linea principale transitino altri convogli. Se non vogliamo che questa frase si applichi anche al dopo Firenze c’è sola strada: chi sta qui quando esce deve chiedersi ‘cosa posso fare? Cosa mi viene chiesto?'”.
Nel “riscoprire l’orgoglio del
protagonismo all’interno della
Chiesa come preti e come laici”, il segretario generale ha messo in guardia dall’essere “navigatori solitari”, ma il protagonismo è quello “che vive una persona che è inserita nel contesto della Chiesa, protagonisti di uno stile che è quello che Papa Francesco ha seguito nel discorso di Firenze”. Uno stile che è prima di tutto nello sguardo, ha sottolineato il vescovo Galantino: “Chi era a Firenze ha visto il discorso del Pontefice accompagnato dalla mimica, e quello che più mi ha colpito è stato lo
sguardo alzato verso il
Cristo della cupola del Brunelleschi: più volte il Papa ha guardato in su e ha incrociato il suo sguardo”.
Il vescovo invita a osservare che “lo schema del discorso del Papa comincia dallo sguardo a Cristo” che significa “amici, qui non è questione di mettere pezze accettabili dalla cultura o più o meno conformi al politicamente corretto. La
Chiesa non può
riprendere il proprio
cammino se non
guardando Cristo!”. Questo, ha evidenziato monsignor Galantino “è indicazione di un percorso. Se bypassiamo questo ci apprestiamo a decidere secondo logiche altre”.