venerdì 31 gennaio 2014
​Il segretario della Cei, presentando il comunicato finale del Consiglio permanente (IL TESTO), ha risposto alle domande sul clima politico. Ha poi ribadito i diritti della famiglia: «Deve chiedere scusa per esistere?».
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«È scandaloso e mortificante quanto accaduto in Parlamento, ma mi sentirei personalmente umiliato se pensassi che l'Italia è la fotocopia di quel che successo ieri, mentre mi sento leggermente riscattato se penso che c'è gente più educata di quella nel Paese e anche in Parlamento». Presentando alla stampa il comunicato finale del Consiglio permanente Cei, concluso giovedì a Roma, il segretario della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sui gravi fatti accaduti in Parlamento, con i ripetuti incidenti nell'aula di Montecitorio che ha visto volare insulti e spintoni tra deputati di diversi partiti e un tentativo di assalto alla presidenza. «Dobbiamo tenere presente la parte bella e buona – ha aggiunto Galantino –. Amiamo pensare che grazie a Dio c'è anche dell'altro: altra gente che vive diversamente. È come in Calabria – ha concluso, alludendo ai fatti avvenuti di recente nella diocesi di Cassano allo Jonio di cui è vescovo –: è chiaro che non c'è solo la malavita, c'è molto di più». In Italia, ha detto ancora il segretario Cei, «una cosa è certa: la famiglia fatta di padre, madre e figli è decisamente maggioritaria rispetto a altre forme di parentela affettiva». «La famiglia – è la domanda di Galantino – deve chiedere scusa di esistere? Non mi pare debba essere necessario arrivare a questo. Rispetto per le minoranze non significa che la maggioranza deve chiedere scusa di esistere». Spiegando poi che 170 diocesi hanno già risposto al questionario che serve a preparare il Sinodo sulla famiglia in programma in Vaticano dal 5 al 19 ottobre, Galantino ha parlato di «una grandissima partecipazione delle realtà periferiche» che si è concretizzata in «una risposta pronta e capillare».  Altro tema trattato da Galantino è stato quello della scuola: «Non esiste la scuola pubblica e la scuola privata ma solo la scuola pubblica, che può essere statale e paritaria». Presentando la grande iniziativa del 10 maggio con Papa Francesco a Roma «per tutta la scuola», il vescovo ha spiegato che «non è intenzione della Cei portare in piazza San Pietro la gente per dire "abbiamo bisogno di soldi"». Infine, monsignor Galantino si è anche espresso sul contrasto agli abusi: le Linee guida della Cei per i casi di abuso sessuale da parte di chierici nei confronti di minori – ha spiegato il segretario generale del nostro episcopato – sono state oggetto di «armonizzazione» durante i lavori del Consiglio e verranno «presto» rese pubbliche. Esse spiegano «chiaramente», tra l’altro, che «il vescovo non è un pubblico ministero o un pubblico ufficiale, il suo ruolo è molto più importante». Egli infatti «è "padre" della vittima e "padre" di chi ha commesso il reato», e il suo compito è di «impegnarsi in tutti i modi a far emergere la verità nel suo ambito, che non è un ambito giudiziario». Nei casi di abuso «la parte più debole è in genere il minore», come si potrà leggere anche nelle Linee-guida, e nelle questioni di pedofilia «è il vescovo della diocesi ad affrontare il caso e istruire il processo», mentre la Cei offre «il servizio e il supporto» necessari.
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