lunedì 22 luglio 2013
Dietro la metropoli «scintillante» dei grattacieli e del turismo, vive una città fatta di favela e miseria estrema. In questo contesto è sorto il “Ceu”: una grande area in cui operano fianco
a fianco, in un’inedita sinergia, comunità religiose e movimenti​.
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Centoventi ettari di speranza, un enorme terreno circondato dalla città nel quale si coltiva la carità soprattutto a favore delle nuove generazioni di Fortaleza. È il «Condominio espiritual Uirapuru» (Ceu), che ospita al suo interno associazioni, movimenti, comunità, congregazioni religiose dai carismi molto diversi tra loro ma impegnati in un grande progetto di unità.La capitale del Cearà, Stato del nordest del Brasile, è una metropoli cresciuta troppo in fretta per fermarsi a pensare agli ultimi. Favela dopo favela, nuovi quartieri si aggiungono continuamente all’agglomerato urbano senza un ordine preciso. L’aeroporto è stato inghiottito da tempo da questa espansione, che non fa altro che stridere con la crescita verso l’alto dei numerosi grattacieli del lungo mare, dove ai turisti si presenta una spiaggia da sogno. Ma il degrado, urbanistico e sociale, inizia proprio ai piedi dei grandi hotel di Beira Mar, il quartiere dei locali notturni.Nel cuore geografico della città, ben lontano dai resort turistici ma a pochi passi dallo stadio tirato a nuovo per la Confederations Cup e per i Mondiali 2014, si trova il Ceu, un’antica fattoria che è stata donata dalla famiglia proprietaria, i Macedo, i quali sentivano la necessità di fare qualcosa per chi vive nel disagio. Il desiderio iniziale era quello di costruire una «Fazenda da Esperança», comunità fondata da fra Hans Stapel, ma il fatto di essere circondati dalla città non favoriva l’attività di recupero dalle dipendenze. Il religioso allora ebbe l’idea di chiamare altre realtà religiose o impegnate nel campo assistenziale e caritativo: oggi in questo grande «condominio» esteso su decine di ettari convivono una ventina di associazioni, congregazioni e movimenti con diverse opere.Questo progetto di unità tra carismi e attività potrebbe quasi essere considerato un’opera simbolo di questa Gmg brasiliana dal carattere missionario. Molte delle strutture presenti nel Ceu, infatti, si occupano di bambini, ragazzi e giovani. A partire ad esempio dalla Casa do Menor, fondata da don Renato Chiera a Rio de Janeiro per accogliere bimbi e adolescenti di strada vittime della violenza, della droga, della prostituzione o abbandonati. Le suore dorotee, invece, gestiscono un hotel che è anche una scuola professionale alberghiera. La Comunità Regina Pacis, che ha le sue radici a Verona, gestisce una scuola elementare. L’associazione Rainha da Paz offre un doposcuola. La Casa Sol Nascente accoglie, oltre ad adulti malati terminali di Aids, anche minori portatori di Hiv. Gli agostiniani recolletti gestiscono una casa per bambine e ragazze vittime di violenza sessuale. Nel Ceu, poi, operano enti che non hanno identità religiosa ma condividono con il Condominio la vocazione a prendersi cura degli ultimi. Come l’associazione Beija-Flor-Funface, che gestisce una clinica per bambini che hanno bisogno di interventi di plastica maxillofacciale, in particolare di cure per il labbro leporino. L’Instituto Intervalo, poi, è una Ong che offre una scuola di circo per i più piccoli.Ma il Ceu ospita anche luoghi di preghiera e di spiritualità, come i due monasteri delle carmelitane e delle benedettine, o l’Obra de Maria, il cui carisma è l’evangelizzazione. L’Oasis da Paz, invece, è una comunità religiosa doppia, maschile e femminile, fondata dal passionista veronese padre Gianni Sgreva, con l’intento di pregare per l’unità e per la pace. Dal 2013 a questi religiosi verrà affidata la gestione della chiesa centrale del Ceu, che è in costruzione e che diventerà punto di riferimento per tutte le realtà presenti.In questo grande progetto dello spirito che è il Ceu, poi, si trova anche un’associazione che si occupa del reinserimento dei carcerati, una comunità femminile della Fazenda da Esperança, una comunità di Nuovi Orizzonti e il movimento carismatico più noto a Fortaleza, perché nato qui nel 1982: la Comunità cattolica Shalom. Proprio in questi giorni Shalom ha radunato nel Ceu decine di migliaia di persone per l’annuale Festival Halleluya, cinque giorni di evangelizzazione, preghiera e musica al quale prendono parte numerosi giovani pellegrini che la prossima settimana saranno alla Gmg di Rio de Janeiro.
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