martedì 12 novembre 2013
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Sulla catastrofe avvenuta nell’arcipelago asiatico, Susy Hodges ha intervistato per la Radio Vaticana il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila. Eccone la trascrizione: "Penso di non essere il solo nel dire che ogni volta che vediamo le immagini della distruzione rimaniamo senza parole. Ancora dobbiamo riprenderci dallo shock emotivo e psicologico. Noi che siamo qui a Manila e in quelle parti che non sono state colpite così gravemente come altre, solo per guardare le immagini rimaniamo senza parole e non posso immaginare quello che sta attraversando le menti e i cuori di coloro che si trovano lì. Mi sento profondamente consolato, quando vedo e sento testimonianze di fede, specialmente da parte delle stesse vittime. Quelli che hanno i propri cari, le loro proprietà, si rivolgono a Dio e dicono: “Confidiamo in Dio; sappiamo che con l’aiuto di Dio possiamo sopravvivere”.  Immagino che Lei abbia parlato con i membri delle chiese nelle aree che sono state colpite più duramente. Cosa hanno detto riguardo all’aiuto che la Chiesa sta cercando di dare in questa corsa disperata per portare cibo ed acqua ai sopravvissuti?Anche le chiese locali in quelle aree hanno sofferto molte perdite. Quindi la maggior parte dell’aiuto dato dalla Chiesa non viene da quelle diocesi, ma dall’esterno. Al momento con l’arcidiocesi di Manila e le nostre diocesi vicine, le diocesi suffraganee, la Commissione episcopale e l’azione sociale della Caritas Filippine, stiamo coordinando la maggior parte dello sforzo per raggiungere quelle persone che sono state colpite e non sono state ancora raggiunte dai loro stessi pastori.Data l’entità della devastazione, in molti lì hanno paura che alcune persone possano morire non per conseguenza diretta del tifone, ma perché non riceveranno cibo o acqua o medicine necessari in questo periodo successivo alla tragedia … Sì, quella è una possibilità reale. Ecco perché la gente di Chiesa, le organizzazioni non governative, le agenzie di governo ed anche l’esercito, tutti noi stiamo cercando di fare del nostro meglio per raggiungere ogni luogo e cercare di dare assistenza. Non è sempre facile, ma tutti stanno cercando di fare la loro parte. E’, infatti, davvero un’emergenza, potemmo dire addirittura che per molti è un momento di panico. Ha potuto rilevare una grande solidarietà da parte dei laici cattolici di Manila e di altre aree che non sono state colpite così gravemente, per cercare di aiutare? Questa è una fonte di grande consolazione e forza. Prima di questo tifone abbiamo avuto un terremoto, che ha colpito la parte centrale del Paese, molto vicino a Leyte e Samar, le isole colpite dal tifone. La nostra riflessione continua su questa linea: vediamo distruzione, rovine ovunque, ma vediamo anche fede e amore sorgere da quelle rovine [qui si commuove] e questo ci fa diventare persone più forti. Voglio ringraziare tutti: tutti, il Santo Padre, le madri e le sorelle fuori del Paese, perché si sono ricordati di noi e perché cercano di fare il possibile per raggiungerci. In nome delle vittime e dei poveri, vi ringraziamo, vi ringraziamo davvero!
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