mercoledì 30 dicembre 2020
Tra loro anche due italiani: don Roberto Malgesini e fra Leonardo Grasso. Nell'elenco 8 sacerdoti, un religios, 3 suore, 2 seminaristi e 6 laici. All'America il bilancio più pesante con otto morti
In questo combo, fra Leonardo Grasso e don Roberto Malgesini, morti nel 2020

In questo combo, fra Leonardo Grasso e don Roberto Malgesini, morti nel 2020 - Ansa; Ansa/Diocesi di Como

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Ci sono anche due italiani - don Roberto Malgesini e fra Leonardo Grasso - nell’elenco degli operatori pastorali uccisi nel corso del 2020. Un dossier che da oltre trent’anni l’Agenzia missionaria Fides diffonde al termine dell’anno.

​In America ben 8 vittime

Nel corso del 2020 sono 20 gli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento. Si tratta di un bilancio inferiore a quello dello scorso anno, che ha contato 29 vittime. E c’è da dire che era dal 2012 che non si aveva un così basso numero di vittime. A pagare il prezzo più alto è il continente americano con 8 morti, che precede l’Africa con 7, l’Asia con 3 e l’Europa con 2, entrambi in Italia. Sono sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e laici che hanno pagato con la vita il loro «condividere la stessa vita quotidiana di gran parte della popolazione, portando la propria testimonianza evangelica come segno di speranza cristiana». Insomma quella «santità della porta accanto» di cui parla spesso papa Francesco. Pur non potendo parlare di martirio in senso stretto, questi uomini e donne hanno pagato con la vita il proprio impegno spesso accanto agli ultimi, ai poveri, ai bisognosi.

​Anche sei laici, di cui due ragazzine

Tra le 20 vittime di quest’anno troviamo 8 sacerdoti, un religioso, tre suore, due seminaristi e anche 6 laici (tra loro anche due ragazze di 12 e 10 anni), che da dodici anni sono una presenza costante in questo doloroso elenco redatto da Fides. Tutti loro sono «stati uccisi durante tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, oppure sono stati oggetto di sequestro, o ancora si sono trovati coinvolti in sparatorie o atti di violenza nei contesti in cui operavano» spiega il Rapporto dell’Agenzia missionaria.

​L'ultimo caso in Indonesia

L’ultima vittima in ordine di tempo è il seminarista Zhange Sil, trovato morto in un fossato a Jayapura , città della Papua indonesiana, la sera del 24 dicembre, vigilia di Natale. La dinamica della sua morte violenta non è ancora stata chiarita, ma il seminarista era impegnato «a chiedere giustizia per la provincia di Papua, stigmatizzando il razzismo contro il popolo papuano». È una delle tre vittime del continente asiatico: l’Indonesia con il seminarista piange anche un laico catechista, mentre nelle Filippine è stato ucciso un sacerdote.

​La prima vittima in Sudafrica

Ad aprire il triste elenco del 2020 era stato invece il sacerdote belga padre Jozef Hollanders, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, ucciso durante una rapina nella parrocchia della città di Bodibe, nella provincia nord-occidentale del Sudafrica il 12 gennaio. Nel Paese africano il missionario belga era arrivato il 31 gennaio 1965 e avrebbe celebrato 55 anni di presenza e attività missionaria nel Paese.
Sempre in Africa, la nazione più insanguinata è stata la Nigeria con l’uccisione di un seminarista, un laico e una suora. Una vittima anche in Burkina Faso (un laico catechista), in Gabon (una religiosa) e in Zambia (ancora una suora).
Nel continente americano sono cinque i Paesi insanguinati dall’assassinio di operatori pastorali. Tre sono stati in Nicaragua e sono tutti e tre laici. Tra loro le sorelline Lilliam Yunielka e Blanca Marlene Gonzalez di 12 e 10 anni brutalmente assassinate il 15 settembre. Facevano parte della Pontificia Opera dell’infanzia e Adolescenza missionaria del Nicaragua. Due i sacerdoti uccisi in Argentina, entrambi parroci in comunità in contesti difficili. Entrambi sono stati ritrovati morti nelle rispettive parrocchie. A completare il triste elenco americano vi sono una vittima in El Salvador (un sacerdote), in Brasile (un sacerdote) e in Venezuela (un sacerdote).

​I cattolici perseguitati nel mondo

Il Rapporto Fides ricorda che accanto a questi venti nomi, vanno considerati anche «gli operatori pastorali o semplici cattolici aggrediti, malmenati, derubati, minacciati, sequestrati» nel mondo. Di molti di questi episodi «forse non si avrà mai notizia, ma è certo che in ogni angolo del pianeta tanti ancora oggi soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù Cristo».

​Le vittime del Covid-19

E nell’anno caratterizzato dalla pandemia, il Rapporto vuole ricordare anche «le centinaia di sacerdoti e di religiose, cappellani ospedalieri, operatori pastorali del mondo sanitario, come anche vescovi, che sono venuti a mancare durante il loro servizio, prodigandosi per aiutare coloro che erano colpiti dal Covid-19 nei luoghi dove operavano pastoralmente».

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