domenica 1 maggio 2016
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PIACENZA Sarà la comunità più multietnica di Piacenza ad ospitare domani la prima edizione della «Festa missionaria diocesana». L’idea viene dai seminaristi del Collegio Alberoni, l’istituzione voluta dal porporato piacentino del Seicento Giulio Alberoni, diplomatico alla corte del re di Spagna, per formare i futuri sacerdoti, affidandoli alla Congregazione dei Preti della missione, meglio conosciuti come Vincenziani. Reduci, quest’estate, da alcune esperienze di visita e di incontro nelle missioni del Brasile e del Congo, un gruppo di studenti ha lanciato la proposta della festa, organizzata insieme al Centro missionario diocesano. Si comincia alle 19 con la messa nella chiesa di San Lazzaro. Seguirà un buffet con piatti da quattro angoli del mondo preparati dagli stessi seminaristi. Non mancherà una mostra fotografica e banchetti con oggetti e prodotti che arrivano dalle missioni. È una testimonianza viva di convivenza tra popoli e culture, quella che si vive al Collegio Alberoni, guidato dal vincenziano padre Erminio Antonello. Sono 39 gli studenti, 15 italiani - di cui cinque piacentini - e 25 stranieri. In tutto, dodici naziona-lità, dall’Ucraina al Libano, da Capo Verde al Brasile. C’è chi si prepara a diventare sacerdote della diocesi di Piacenza-Bobbio. Chi sta facendo un percorso in vista dell’ordinazione nel proprio Paese. Chi entrerà tra i Vincenziani. Come Fady Syriani, 38 anni, di Beirut, che dopo la laurea in scienze politiche e giornalismo – e un lungo periodo di allontanamento dalla fede – è entrato nella Congregazione fondata da San Vincenzo de’ Paoli. Con altri seminaristi nel 2015 ha vissuto la sua prima missione sul campo, nella regione di Assyut, in Egitto. «L’impatto con un centro per lebbrosi è stato forte – ricorda –, ti costringe a porti la domanda sul valore della vita. Ti accorgi che il missionario non è un eroe, deve restare umile, per andare davvero incontro alle persone ». La missione, però, non è solo quella fuori dai confini. È questo il messaggio che si vuole rilanciare con la Festa diocesana. «Andiamo a cercare le periferie lontano – riflette il 24enne piacentino Simone Tosetti – invece si può essere missionari anche sulle nostre montagne, sempre più spopolate». «Siamo missionari dentro il Seminario, in parrocchia – gli fa eco Ivandro Monteneiro da Mouza, capoverdiano, 23 anni –. Dovremmo essere missionari in Europa, con i profughi che bussano alla nostra porta. Purtroppo si stanno alzando muri, vedo gesti non umani. Missione invece è accogliere, soffrire con gli altri, portare Cristo ovunque ». © RIPRODUZIONE RISERVATA I seminaristi del Collegio Alberoni promotori della Festa missionaria
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