giovedì 24 maggio 2012
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Il valore della famiglia «non è un bene a disposizione della nostra volontà, così da poter essere de-strutturato o, addirittura, manipolato secondo il mutare degli eventi o delle sensibilità del momento», o addirittura in base a quelle che si possono definire "maggioranze variabili". Lo ha sottolineato il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, intervenendo al convegno a Montecitorio su "Famiglia, fattore di crescita", promosso dagli uffici di presidenza di Camera e Senato e dall’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà.«Pur nelle attuali difficoltà economiche rimane imperativo un sostegno reale ed efficace della famiglia», ha dunque sostenuto Bertone, evidenziando come tale invito pressante al legislatore viene dalla legge naturale, richiamata dal discorso di Benedetto XVI al Bundestag. Perciò l’espressione «società naturale» dell’articolo 29 della Costituzione significa che la famiglia «è metagiuridica e antecedente allo Stato». Quest’ultimo «non concede, non stabilisce, né autorizza, ma riconosce ciò che è già in esistenza». La famiglia è, infatti, «il luogo in cui nasce la vita umana e in cui crescono e vengono educati i figli; luogo privilegiato in cui si acquisiscono i valori fondamentali della solidarietà, della responsabilità reciproca e dell’impegno disinteressato per l’altro». Peraltro, come dimostra un recente libro di Pier Paolo Donati, la famiglia come coppia uomo-donna stabile e unita da un vincolo pubblico con i propri figli, è e rimane la fonte e l’origine della società, la base della solidarietà, della pace e della coesione, della stabilità della comunità civile. Il cardinale poi ha messo in evidenza il diritto dei genitori all’educazione dei figli, in particolare nel campo etico e religioso. «Questo vale anche per quell’aspetto essenzialmente umano – ha aggiunto – che è, ad esempio, l’educazione sessuale, che non può limitarsi ai semplici fattori biologici, ma deve includere - per essere veramente una formazione umana - aspetti etici in vista di un esercizio integrale della responsabilità». Essenziale anche il rispetto dei diritti dei bambini, per cui ogni nuovo nato «ha diritto ad avere un padre e una madre per potersi relazionare, fin dalla primissima infanzia, con due figure complementari, che si amano tra loro e lo amano, per acquisire così una chiara e solida identità, una personalità matura e compiuta». Il bene del minore, ha rimarcato il porporato, accennando anche al problema della adozione, «è centrale rispetto a qualsiasi provvedimento in merito». Quindi «non ogni desiderio di avere figli è un diritto». Importante anche il ruolo di vincolo tra le generazioni esercitato dalla cellula fondamentale della società. Infatti gli anziani «trovano nella comunità della famiglia non solo sostegno, ma anche il rispetto, l’affetto e l’attenzione che meritano, in una società in cui non poche persone soffrono di solitudine».Citando la Laborem exercens di Giovanni Paolo II, Bertone ha mostrato come la donna con il suo compito specifico della maternità è «una presenza imprescindibile nella famiglia», e non deve essere penalizzata in ambito professionale. Il Cardinale ha anche messo in luce come il lavoro sia da proteggere in «quanto parte integrante della persona» e la sua perdita minacci gli equilibri domestici. «Dalla famiglia proviene la spinta demografica necessaria al futuro del Paese», ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, introducendo il convegno. Fini ha, poi, sottolineato come da essa si sprigionino anche iniziative economiche e «quella ricchezza morale che accompagna sempre, come un indispensabile viatico etico e ideale» ogni cittadino. Il sottosegretario al Lavoro, Cecilia Guerra, ha evidenziato la necessità di «politiche attive» per la famiglia, dato che il nostro Welfare si è appoggiato su di essa, ma non ha sostenuto né la sua formazione né la scelta di fare figli.
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