venerdì 8 aprile 2016
Il cardinale Baldisseri sull’Esortazione Apostolica post-sinodale del Papa “Amoris laetitia” ha rimarcato il passaggio del testo papale, nel quale si legge: «Nessuno può essere condannato per sempre, questa non è la logica del Vangelo». In un altro passsaggio il cardinale Schönborn ha ribadito: «Tutti vengono posti sotto l'istanza comune del Vangelo».
«Papa Francesco ci invita a parlare delle nostre famiglie così come sono»
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L’Esortazione Apostolica post-sinodale del Papa “Amoris laetitia”, sull’amore nella famiglia è datata, come ricordato dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi non a caso 19 marzo, Solennità di San Giuseppe e raccoglie i risultati di due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco nel 2014 e nel 2015, le cui Relazioni conclusive sono largamente citate, insieme a documenti e insegnamenti dei suoi Predecessori e alle numerose catechesi sulla famiglia dello stesso Papa Francesco. In una sala stampa gremita la presentazione in Vaticano del testo di Papa Francesco. Assieme al cardinale Baldisseri in sala stampa il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e i coniugi Miano, coppia di studiosi e sposi introdotti da padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa Vaticana.

«Nessuno può essere condannato per sempre, questa non è la logica del Vangelo». «È significativo che Amoris laetitia - ha spiegato il cardinale Baldisseri - esca in pieno Giubileo della Misericordia: il testo vi fa riferimento tre volte e cita direttamente la Bolla di Indizione sei volte. Il documento corona il lavoro biennale del Sinodo, la cui grande riflessione ha investito tutte le dimensioni dell’istituto familiare, che oggi risente di una forte crisi nel mondo intero», aggiungendo che in pieno accordo con il tempo giubilare che la Chiesa sta vivendo, l’adeguata chiave di lettura del documento è «la logica della misericordia pastorale».
L'Esortazione apostolica, il cui titolo «è in piena continuità con l'Evangelii Gaudium da gioia del Vangelo alla gioia dell'amore nella famiglia», è suddivisa in 9 capitoli 325 sono i paragrafi, 391 le note e la preghiera finale. Sette sono i paragrafi introduttivi che mettono in piena luce la consapevolezza della complessità del tema e l’approfondimento che richiede. Tra i passaggi ricordati già dal cardinale Baldisseri vi è il capitolo 8 nel quale vengono messe in luce alcune delle parole chiave del documento: integrazione, discernimento e accompagnamento delle fragilità. Per accompagnare e integrare le persone che vivono in situazioni cosiddette “irregolari” è necessario che i pastori le guardino in faccia una per una. Il segretario generale del Sinodo dei Vescovisi è soffermato inoltre il punto 197: «Nessuno può essere condannato per sempre, questa non è la logica del Vangelo». Non limitandosi alle situazioni cosiddette “irregolari”, l’Esortazione, quindi, dischiude l’ampio orizzonte della grazia immeritata e della misericordia incondizionata per «tutti, in qualunque situazione si trovino».

Con questo testo «si supera la divisione fra “regolare” e “irregolare” tutti vengono posti sotto l’istanza comune del Vangelo» Sulle cosiddette situazioni irregolari si è soffermato il cardinale Christoph Schönborn che ha ricordato il suo personale vissuto, dichiarando di essere cresciuto in famiglia patchwork. «Papa Francesco ha posto la sua Esortazione sotto la frase guida: “Si tratta di integrare tutti” (AL 297) perché si tratta di una comprensione fondamentale del Vangelo: noi tutti abbiamo bisogno di misericordia! “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra” (Gv 8, 7). Tutti noi, a prescindere dal matrimonio e dalla situazione familiare in cui ci troviamo, siamo in cammino. Anche un matrimonio in cui tutto “vada bene” è in cammino. Deve crescere, imparare, superare nuove tappe. Conosce il peccato e il fallimento, ha bisogno di riconciliazione e di nuovo inizio, e ciò fino in età avanzata».In un altro passsaggio centrale, l'arcivescovo di Vienna ha ribadito: grazie “Amoris laetitia” si supera l'artificiosa divisione tra situazioni irregolari e regolari: «Papa Francesco è riuscito a parlare di tutte le situazioni senza catalogare, senza categorizzare  - ha affermato il cardinale Christoph Schönborn -, con quello sguardo di fondamentale benevolenza che ha qualcosa a che fare con il cuore di Dio, con gli occhi di Gesù che non escludono nessuno». «La mia grande gioia per questo documento - ha proseguito l'arcivescovo di Vienna - sta nel fatto che esso coerentemente superi l’artificiosa, esteriore, netta divisione fra “regolare” e “irregolare” e ponga tutti sotto l’istanza comune del Vangelo, secondo le parole di San Paolo: “Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!”».Il cardinale Schönborn ha voluto ricordare anche un'esperienza del Sinodo dell’ottobre scorso, quando a ogni partecipante è stato chiesto di raccontarela propria situazione familiare. «Ben presto è emerso che quasi tutti i vescovi o gli altri partecipanti del “circulus minor” sono confrontati, nelle loro famiglie, con i temi, le preoccupazioni, le “irregolarità” di cui noi, nel Sinodo, abbiamo parlato in maniera un po’ troppo astratta. Papa Francesco ci invita a parlare delle nostre famiglie “così come sono”. Ed ora la cosa magnifica del cammino sinodale e del suo proseguimento con Papa Francesco: questo sobrio realismo sulle famiglie “così come sono” non ci allontana affatto dall’ideale!».Tra gli ultimi chiarimenti forniti dal cardinale austriaco quello relativo al discernimento: «Se si tiene conto dell’innumerevole varietà di situazioni concrete (…) è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. Molti si aspettavano una tale norma. Resteranno delusi. Che cosa è possibile? Il Papa lo dice con tutta chiarezza: “È possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari”».

«Un testo per addetti alla vita»
«Non è un testo - hanno spiegato i coniugi Miano - per adetti ai lavori, ma per tutti noi che viviamo in famiglia, educhiamo i figli. Allargare lo sguardo e vedere il tesoro che abbiamo tra le mani nella normalità della vita». «È bellissima questa Chiesa che si fa istruire dalla famiglia»: viene disegnata la grammatica delle relazioni, che la Chiesa dall'alto ma che essa stessa impara dalla vita delle famiglie.
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