martedì 19 febbraio 2013
​È la storia il luogo privilegiato dell'incontro con Dio: è questo uno dei temi delle meditazioni di oggi agli Esercizi spirituali quaresimali, predicate dal cardinale Ravasi alla presenza del Papa. Sabato Benedetto XVI terrà il discorso di chiusura della settimana di ritiro e incontrerà poi Napolitano. Nei giorni seguenti gli ultimi appuntamenti.
 

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Proseguono, in Vaticano, alla presenza di Papa Benedetto XVI gli esercizi spirituali. Esercizi, nel tempo Quaresimale, predicati nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico, dal presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, card. Gianfranco Ravasi.A fare la cronaca di questo momento spirituale del Papa e dei suoi più stretti collaboratori è L'Osservatore Romano che ha riferito che oggi è stato il tema del tempo al centro della meditazione mattutina. "Il cardinale Ravasi - riferisce il quotidiano della Santa Sede - ha invitato a cercare Dio nel quotidiano, non nella natura, ma nella storia. Nel cristianesimo Dio viene scoperto in un uomo che è anche Dio, Gesù Cristo, la cui storia è «irradiata di eterno», e lo si intuisce «nel prossimo e nei semplici fatti della quotidianità».Il Dio del salterio «è il Signore della storia, la quale cessa di essere una nomenclatura di date e di dati soltanto, ma si trasforma in storia santa». Questo accade nella linea della tradizione biblica che professa il «Credo storico».Il card. Ravasi, con le sue riflessioni sui Salmi, ha mostrato come l'incontro con Dio avvenga nei grovigli degli eventi, segnati dalla sofferenza ma anche dalla gioia. Una realtà - ha spiegato anche Radio Vaticana - resa ancor più visibile con l'Incarnazione: "La storia è e deve essere sempre il luogo da noi amato per incontrare il nostro Signore, il nostro Dio. Anche se è un terreno scandaloso, anche se è un terreno nel quale spesso noi vediamo magari anche il silenzio di Dio o vediamo l'apostasia degli uomini".È la speranza, dunque, la virtù centrale per comprendere che la storia non è una serie di eventi senza senso ma, come si vede nel libro di Giobbe, esiste su di essa un progetto di Dio: "Noi - ha detto Ravasi - con la speranza siamo certi di non essere in balia di un fato, di un fato imponderabile. Il nostro Dio si definisce in Esodo con il pronome di prima persona 'Iò e col verbo fondamentale 'Io Sonò. Quindi, è Persona che agisce, che vive nell'interno delle vicende ed è per questo che allora il nostro rapporto con Lui è un rapporto di fiducia, di dialogo, di contatto. Ebbene, la speranza nasce dalla convinzione che la storia non è una nomenclatura di eventi senza senso".La figura del Messia è stata, invece, al centro della seconda meditazione odierna. «Al Messia, cioè 'consacrato', - scrive ancora L'Osservatore - le tradizioni giudaica e cristiana hanno applicato tutta la serie abbastanza ampia dei carmi regali presenti nel salterio». Il cardinale ha spiegato tre lineamenti del Messia, attingendo ai testi salmici: «Giusto, sacerdote e figlio di Dio».
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