mercoledì 20 marzo 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
«Ciao Daniel! Sono il padre Jorge». Lo stesso padre Jorge che si fermava all’edicola di calle Bolívar, a qualche decina di metri dalla Catedral Metropolitana, per fare quattro chiacchiere, prima di infilarsi nel “subte” come qui chiamano la metropolitana e iniziare il viaggio per i quartieri della sterminata Buenos Aires. Il quotidiano, invece, non lo comprava: gli arrivava direttamente a “casa”, cioè la cameretta al terzo piano del palazzo arcivescovile in cui il cardinale aveva scelto di abitare. Daniel glielo inviava puntuale tutte le mattine, da anni, così poteva leggerlo appena sveglio – ancora all’alba – prima di essere risucchiato dalle molteplici attività. Ora, però, quel «padre Jorge» ha cambiato indirizzo e città: vive in Vaticano perché, esattamente una settimana fa, è stato eletto Papa. Per questo a Daniel si è paralizzata la lingua per l’emozione quando ha riconosciuto – dopo una prima esitazione – la voce di «padre Jorge» dall’altra parte del filo (e del mondo). Che, due giorni fa, alle 13.15 (ora locale), gli ha detto: «Grazie per il tuo servizio di tutti questi anni. Ora, però, non mandarmi più il giornale» («La Nacion»). Naturale che Daniel abbia pensato a uno scherzo. «Dai Mariano, piantala», ha mugugnato, perfino un po’ stizzito. L’interlocutore, però, non ci ha dato peso: «Sul serio, sono il padre Jorge». A quel punto Daniel è scoppiato a piangere. «Non potevo crederci: il Papa si era ricordato di disdire personalmente l’abbonamento. E mi chiamava con affetto per dirmelo. Ha pure mandato un saluto alla mia famiglia», aggiunge l’edicolante. Prima di riattaccare, l’uomo ha domandato al Papa: «Quando la rivedremo da queste parti?». E ha aggiunto: «Sa, mi mancherà». Francisco, o meglio il padre Jorge – racconta Daniel – ha sospirato. «Mi ha risposto che almeno per un po’ di tempo sarà complicato ma ha aggiunto che sarà sempre presente».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: