sabato 23 febbraio 2013
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Un abbraccio ideale era quello che il neoeletto papa Ratzinger aveva inviato ai giovani di tutto il mondo al termine dell’omelia nella Cappella Sistina. Era il 20 aprile del 2005. E loro avevano risposto subito, accorrendo in piazza San Pietro. Domani e mercoledì, da nord a sud Italia, questo abbraccio verrà reso al Papa che lascia. Ma non solo dai «suoi» giovani, a molti dei quali Benedetto XVI ha orientato e talvolta cambiato la vita, ma anche da diocesi, movimenti, parrocchie, famiglie e singole persone. Due le occasioni per dirgli «grazie»: l’Angelus di domani in piazza San Pietro e l’ultima udienza generale del mercoledì che, vista l’eccezionalità dell’evento e per consentire a tutti quelli che hanno prenotato la partecipazione, non si terrà in aula Paolo VI, ma in piazza San Pietro. In questa pagina abbiamo voluto raccontare alcune storie di chi sarà lì. Dal chirurgo che ammette di avere sempre presente gli insegnamenti del Papa anche quando è in sala operatoria, al giovane laureando napoletano grato a Ratzinger perché ancora una volta offre a tutti una formidabile lezione di coerenza «e come giovani non possiamo ignorarla», sottolinea. Al papà-avvocato che in un tour de force di poche ore si trascinerà da Milano a Roma tutte e cinque le sue figlie perché, ammette sereno, «la fede riguarda la vita». E salutare un amico è un atto di affetto e gentilezza.
Daniela Pozzoli
 
A Roma con le cinque figlie, perché la fede è vita
Andiamo a Roma per salutare il Papa, per ringraziarlo per il servizio che ha reso alla Chiesa in questi otto anni e per pregare, insieme con lui, per il prossimo Papa. Ricordiamo ancora con commozione il giorno che fu eletto e di come i sentimenti di tristezza che vivevamo per la morte di Papa Giovanni Paolo II si trasformarono in certezza; infatti, anche se in maniera confusa, già allora intuimmo sia io che mia moglie Grazia che, come ha ricordato recentemente lo stesso Papa Benedetto, la Chiesa è di Cristo e che solo lui sa cosa le serve. Sì, ci saremo perché vogliamo ringraziarlo per il costante invito a vivere la fede in tutti gli ambiti della nostra vita: in famiglia, nel mio lavoro di avvocato, in quello di mia moglie come insegnante, ma anche nella nostra comunità e tra gli amici. In diverse occasioni rileggere i suoi discorsi ci ha realmente persuasi di come fosse più intensa e gustosa la vita illuminata dalla «lente» della fede. Vogliamo insomma «ricambiare» la visita che il Papa ci ha fatto l’anno scorso, venendo qui a Milano per l’Incontro mondiale delle famiglie. Per questo motivo abbiamo desiderato che venissero con noi anche le nostre figlie di modo che, anche attraverso un gesto semplice come quello di partecipare all’Angelus, possano fare esperienza che la Chiesa è innanzitutto vita. Capiamo la gravità della decisione del Papa e siamo addolorati per il distacco, ma siamo certi, insieme con Benedetto, che Cristo non farà mancare il suo sostegno ai Cardinali nella scelta di un successore in questo periodo «agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede». A Roma troveremo numerosi nostri amici che come noi hanno voluto fare la sfacchinata e prendere il treno per andare e tornare in giornata. Ma un piccolo sacrificio, per un amico, si può forse considerare una «pazzia»?
 
Mattia e Grazia Lettieri 
Sveglia alle quattro, Firenze in marcia
 
«Vogliamo manifestare il nostro affetto per il Papa che, con il suo gesto, ha spiazzato tutti e al quale ci sentiamo più che mai vicini». Roberto Massimo, diacono fiorentino, sarà su uno dei pullman che la diocesi di Firenze ha organizzato per partecipare, mercoledì prossimo, all’ultima udienza pubblica di Benedetto XVI in piazza San Pietro. A Roma saranno presenti anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che poi si fermerà in Vaticano per gli adempimenti in vista del Conclave, e il vescovo ausiliare Claudio Maniago. «Mi sembra importante essere presente in questa circostanza – dice Roberto Massimo – perché è un modo per esprimere al Papa vicinanza e affetto, e anche per dirgli un grande grazie. Porteremo al Papa la nostra gratitudine per tutto ciò che ci ha offerto in questi anni di pontificato. La sua grande profondità teologica e spirituale, la sua semplicità, gli insegnamenti che ci ha rivolto nei suoi discorsi, nelle omelie, nei vari documenti: sarà molto bello essere lì per ascoltare ancora una volta le sue parole». E poi ovviamente sarà anche l’occasione per pregare e riflettere sul futuro della Chiesa: «Il gesto del Papa, la sua rinuncia al ministero petrino – dice ancora Roberto Massimo – è un gesto forte che ci insegna molto: ci dice che siamo tutti servi inutili e che è il Signore, e non noi, a condurre la storia». Il pullman partirà alle 4 del mattino da Firenze per poter arrivare a Roma in tempo per l’udienza, e farà ritorno in giornata: ci saranno anche i seminaristi, insieme con i direttori e i dipendenti degli uffici di curia e della Caritas diocesana. La Turishav, agenzia diocesana di viaggi e pellegrinaggi, sta raccogliendo adesioni (tel.: 055.292237) anche da parrocchie e singoli fedeli per organizzare altri pullman.
 
Riccardo Bigi
 
Una formidabile lezione. Saldi nella fede grazie a lui
Nell’agosto del 2011 era alla Gmg di Madrid; mercoledì prossimo sarà in piazza San Pietro per l’ultima udienza generale del Papa: Lucio Formisano, napoletano, 27 anni, laureando in ingegneria informatica, pensa che la tappa a Roma «sia un dialogo che continua con il vescovo di Roma». Per Formisano partecipare all’udienza generale «non è semplicemente un saluto, ma un modo per esprimere rispetto e affetto a un grande Papa che ha deciso di lasciare il pontificato per motivi di salute, ma che ancora una volta ci dà una formidabile lezione di coerenza. Come giovani non possiamo ignorarla perché ci colpisce al cuore». Certo «il sentimento che prevale nella decisione di essere a Roma – commenta Formisano – è il dispiacere, unito a un profondo rispetto e al desiderio di testimoniare la nostra vicinanza a Benedetto XVI in un momento particolarmente delicato». «Penso che adesso toccherà a noi dirgli, con la nostra massiccia presenza, che ci sentiamo saldi nella fede, grazie anche al suo gesto, che abbiamo scelto di credere in Cristo, anche se seguirlo non è facile; e che non ci lasceremo scoraggiare». Lucio Formisano ricorda che giovedì, in molte comunità parrocchiale, alle 20, si accompagnerà la fine del pontificato con una preghiera per Benedetto XVI e per la Chiesa. Formisano è un operatore pastorale della parrocchia di Regina Paradisi della diocesi di Napoli, una comunità molto attiva, guidata da don Massimo Ghezzi; si occupa dei ragazzini che hanno già ricevuto la Prima Comunione e fa parte del gruppo-giovani che ha partecipato in massa alla Gmg del 2011. «Un’esperienza di fede straordinaria che ripeteremo a Rio de Janeiro, a luglio 2013, con un altro Papa, ma certamente con la stessa emozione e partecipazione: Benedetto XVI ci ha insegnato il senso di comunione e di appartenenza ecclesiale; anche per questo non possiamo mancare all’ultimo incontro pubblico con lui».

 

Rosanna Borzillo

 

 

 

Neve o pioggia. E chi ci ferma?
È prevista la neve sugli Appennini e la pioggia su Roma. Per di più a mio figlio Tommaso sta venendo un gran raffreddore. Ma credo che né il meteo né la salute ci fermeranno dall’andare a Roma domenica. La decisione l’ho presa lunedì mattina, sul marciapiede di fronte alla scuola dei miei figli, quando un amico mi dice che ha già prenotato un bed and breakfast in zona San Pietro per portare la sua numerosissima prole all’ultimo Angelus di Benedetto XVI. In un secondo si materializzano davanti a me tutti gli impegni imprescindibili del weekend: le elezioni, le pagelle di fine quadrimestre da ritirare, le partite del campionato di basket e di calcio e quell’energica pulizia di casa che continuo a rimandare… Ma nulla tiene davanti al Papa, al richiamo potente che è stato per me il gesto della sua rinuncia. Come molti, infatti, non ho potuto lasciar fuori dalle mie giornate il volto e l’audacia di questo uomo così certo di Cristo, costringendomi a chiedermi chi è Cristo per me e chi sono io per Lui. Tanto da ridiventare un’esperienza viva per me. E io cosa ho di più grande da offrire ai miei figli, a mio marito e a me stessa? E così, senza previe consultazioni coniugali, prenoto dal cellulare il nostro soggiorno romano. So che saremo lì, con gli amici, non per riempire la piazza, ma per riempire il cuore e gli occhi di quella Presenza che il Papa instancabilmente ci indica. Quel Tu, che sovrabbonda nella vita della Chiesa come nella mia, lo voglio poter guardare mentre accade, mentre mi accade.
Anna Leonardi
 
Ha orientato la mia vita
Un momento dopo aver sentito l’annuncio del Papa, ho pensato: ma io devo andare a salutarlo! È così che mi è balenata in mente l’idea di partecipare all’Angelus di domani in piazza San Pietro: un moto di gratitudine e affetto per quell’uomo assolutamente eccezionale. Un uomo che ha accompagnato questi anni importanti della mia vita (l’università prima, l’inizio del lavoro come chirurgo, dopo) ricordandomi sempre con la sua presenza e le sue parole che l’unica ragione per tutte le nostre piccole o grandi azioni è il Signore Gesù. Per me il gesto inaspettato dell’11 febbraio, quella rinuncia al pontificato, è stato una grande testimonianza di questo amore a Cristo, predominante rispetto a ciò che può pensare il mondo. Non potevo certo lasciarmi scappare l’occasione unica di salutare e ringraziare un uomo la cui vita è stata colma «della gioia della fede, la radicalità dell’obbedienza, la dinamica della speranza e la forza dell’amore». Ed è stato naturale proporlo ai miei amici più cari, per condividere anche con loro la gioia e la gratitudine al Signore per la vita e il pontificato di Benedetto XVI.
Stefano Siboni

 

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