lunedì 18 gennaio 2016
Sui muri esterni della Chiesa della Dormizione sono apparse scritte ingiuriose, nella notte tra sabato 16 e domenica 17 gennaio.
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Ancora atti vandalici nei confronti di luoghi di culto cristiani a Gerusalemme. Questa volta è toccato all’abbazia benedettina della Dormizione, situata sul monte Sion, sacro per musulmani, ebrei e cristiani e luogo importante per il dialogo interreligioso tra ebraismo e cristianesimo. Le scritte ingiuriose sono apparse, nella notte tra sabato 16 e domenica 17 gennaio, a Gerusalemme, sui muri dell’abbazia il cui nome latino, “Dormitio”, ricorda la tradizione che vuole la Vergine Maria cadere in un sonno eterno. “Cristiani all’inferno”, “Che il loro nome sia cancellato”, “Morte ai pagani, nemici di Israele”: queste le tre scritte, in lingua ebraica, rivolte contro i cristiani, rinvenute sulle mura esterne del convento dell’Abbazia della Dormizione di Maria. A corredare le scritte minacciose anche il disegno di una spada insanguinata. A rendere noto l’atto sacrilego è stato Wadie Abunassar, consigliere dell’Assemblea dei vescovi di Terra Santa, ricordando che già in passato, nel maggio 2013, l’edificio di culto è stato oggetto di attacchi analoghi.

Analoghe scritte sono state trovate anche sul vicino monastero greco-ortodosso e nel cimitero armeno. Da tre anni, ormai, i monaci dell’Abbazia ogni sabato devono sopportare raduni “aggressivi”, con musica ad alto volume e canti, organizzati da ebrei radicali di destra, che si svolgono nelle immediate vicinanze della Tomba di Davide, da cui si accede al Cenacolo, non distante dall’abbazia. La zona non è controllata da videocamere della polizia, come era stato promesso nell’estate del 2013, quando diverse autovetture del monastero erano state gravemente danneggiate e le mura imbrattate sempre con scritte razziste. Nel 2014, dopo la visita del Papa, il libro dei visitatori della chiesa fu dato alle fiamme e a febbraio del 2015, ancora un incendio in un edificio vicino alla chiesa. I monaci dell’abbazia esortano “la polizia e le forze di sicurezza a prendere le dovute misure contro questo crimine di odio e aumentare i controlli sul monte Sion”. “Siamo grati – dichiarano – per la grandissima solidarietà di tutti i nostri amici in Israele. Come monaci dell’abbazia della Dormizione non cesseremo di pregare per la riconciliazione, la giustizia e la pace come anche per gli autori di questo crimine perché l’odio scompaia dai loro cuori”. L’episodio giunge tre settimane dopo gli atti di vandalismo contro i Salesiani del convento di Beit Gemal. Dal Patriarcato latino di Gerusalemme è giunta una “ferma condanna”. In una nota il Patriarcato ricorda che “l’unico rimedio davanti a un simile atto è quello di controllare l’istruzione impartita nelle scuole in cui sono stati formati questi giovani, e sorvegliare chi incita all’intolleranza contro i cristiani“. “È un peccato – aggiunge il Patriarcato – che tali episodi di odio arrivino 50 anni dopo Nostra Aetate, che ha aperto il dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica e le altre religioni e una nuova pagina tra Chiesa cattolica e ebraismo. Ci auguriamo che i responsabili di questo attacco siano arrestati prima che mettano in pratica le loro minacce”.

(Poliziotti israeliani che perlustrano i dintorni dell'abbazia benedettina. Lapresse)
Come ha ricordato anche il quotidiano Haaretz, nel 2014 Papa Francesco celebrò una Messa nell'abbazia, che fu visitata anche da Paolo VI durante il pellegrinaggio in Terra Santa nel 1964. Parole di condanna per l’accaduto ha espresso il ministro israeliano della pubblica sicurezza, Gilad Erdan, ordinando alla polizia di dare priorità alle indagini sulla profanazione, assicurando "tolleranza zero - ha ammonito - contro chi danneggia i fondamenti democratici dello Stato di Israele e della libertà religiosa".
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