mercoledì 22 maggio 2013
Il sacerdote si è spento a 84 anni. Nei giorni scorsi la visita di Bagnasco. Napolitano: «Tristezza e rammarico»​
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È morto ieri a Genova don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto, che amava definirsi «prete di strada da sempre al fianco dei più deboli, degli emarginati, degli ultimi», ma le cui prese di posizione non di rado erano apparse in aperto contrasto con l’insegnamento della Chiesa.Ieri sera l’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, incontrando i giornalisti ha ricordato che era andato a trovare don Gallo di recente, «un incontro molto cordiale, avevamo recitato insieme un’Ave Maria, era lucido e stava abbastanza bene. Per concludere gli ho dato la benedizione. In questi sei anni, da che sono arcivescovo di Genova, l’ho incontrato diverse volte – ha proseguito Bagnasco – in un rapporto di dialogo, lealtà, chiarezza e paternità da parte mia. Di affetto e amicizia da parte sua. Io chiedendo, a volte, e lui dando spiegazioni su situazioni che potevano creare perplessità. E in questo dialogo abbiamo avuto un rapporto sempre molto fraterno e rispettoso». Il cardinale ha anche detto che spera di poter celebrare i funerali di don Gallo, venerdì pomeriggio, tornando a Genova dopo la fine dell’Assemblea generale della Cei.Nato a Genova il 18 luglio del 1928, il giovane Andrea inizia il noviziato nel 1948 con i salesiani, a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 parte per le missioni in Brasile, ma l’anno successivo torna in Italia per contrasti con il regime del Paese sudamericano. Viene ordinato sacerdote il 1° luglio 1959. Nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori, cerca di cambiare il metodo educativo, ma tre anni dopo i superiori salesiani lo rimuovono dall’incarico. Nel 1964 don Andrea lascia la congregazione, chiedendo di essere incardinato nel clero secolare di Genova. Viene nominato vice parroco alla chiesa del Carmine, nel centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene trasferito a causa di alcune prese di posizione in materia di droghe leggere che avevano suscitato scalpore. Non saranno certamente le ultime di un sacerdote controverso che nel corso degli anni, pur con la lodevole intenzione di avvicinarsi evangelicamente ai poveri, non sempre pare aver tenuto nel debito conto quello che Benedetto XVI avrebbe definito nella sua enciclica il necessario connubio tra verità e carità.Insieme ad un piccolo gruppo, nel 1975 avvia l’attività della Comunità di San Benedetto al Porto. Da allora, accanto all’impegno per la pace e il recupero degli emarginati, si espone in campagne come la richiesta della legalizzazione delle droghe leggere e nel 2006 si fa volontariamente multare fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe. Don Gallo ha presentato anche il primo "calendario trans" della storia italiana e il 15 agosto 2011 è stato premiato come "personaggio gay" dell’anno da Gay.it. L’8 dicembre scorso l’ultima provocazione. Al termine della Messa per il 42º anniversario della sua comunità, all’interno della chiesa don Gallo intona insieme ai fedeli il popolare canto partigiano «Bella ciao». Ieri il presidente Napolitano ha espresso «tristezza e rammarico» per la sua scomparsa.​​

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