mercoledì 11 luglio 2012
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Signor Presidente, Venerati Fratelli,Gentili Signori e Signore,
 abbiamo vissuto un momento di ascolto davvero intenso e arricchente per il nostro spirito, e di questo rendiamo grazie al Signore. Desidero esprimere viva riconoscenza al Maestro Daniel Barenboim e a tutti i musicisti della West-Eastern Divan Orchestra, che durante la loro tournée estiva hanno gentilmente voluto offrirmi questo concerto, nel giorno della festa di San Benedetto. Così mi hanno permesso non solo di gustare dal vivo la loro ottima esecuzione, ma anche di partecipare più direttamente al loro percorso, iniziato tredici anni or sono proprio da Lei, Maestro, insieme con il compianto Signor Edward Said. Saluto cordialmente il Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Giorgio Napolitano, che ringrazio per la sua presenza e per aver incoraggiato questa iniziativa. E il mio «grazie» va anche al Cardinale Ravasi, che ha introdotto il concerto con tre belle e significative citazioni. Alle altre Autorità e a tutti voi, cari amici, estendo il mio saluto.
Potete immaginare quanto io sia lieto di accogliere un’Orchestra come questa, che è nata dalla convinzione, anzi, dall’esperienza che la musica unisce le persone, al di là di ogni divisione; perché la musica è armonia delle differenze, come avviene ogni volta che si inizia un concerto, con il ‘rito’ dell’accordatura. Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sin-fonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente! Si realizza soltanto grazie all’impegno del Direttore e di ogni singolo musicista. Un impegno paziente, faticoso, che richiede tempo e sacrifici, nello sforzo di ascoltarsi a vicenda, evitando eccessivi protagonismi e privilegiando la migliore riuscita dell’insieme.
Mentre esprimo questi pensieri, la mente si rivolge alla grande sinfonia della pace tra i popoli, che non è mai del tutto compiuta. La mia generazione, come pure quella dei genitori del Maestro Barenboim, hanno vissuto le tragedie della seconda guerra mondiale e della Shoa. Ed è molto significativo che Lei, Maestro, dopo aver raggiunto i traguardi più alti per un musicista, abbia voluto dar vita ad un progetto come quello della West-Eastern Divan Orchestra: un gruppo in cui suonano insieme musicisti israeliani, palestinesi e di altri Paesi arabi; persone di religione ebraica, musulmana e cristiana. I numerosi riconoscimenti di cui Lei e questa Orchestra siete stati insigniti dimostrano, al tempo stesso, l’eccellenza professionale e l’impegno etico e spirituale. Lo abbiamo sentito anche questa sera, ascoltando le Sinfonie Quinta e Sesta di Ludwig van Beethoven.
Anche in questa scelta, in questo accostamento possiamo vedere un significato per noi interessante. Queste due celeberrime Sinfonie esprimono due aspetti della vita: il dramma e la pace, la lotta dell’uomo contro il destino avverso e l’immersione rasserenante nell’ambiente bucolico. Beethoven lavorò a queste due opere, in particolare al loro completamento, quasi contemporaneamente. Tant’è vero che esse vennero eseguite per la prima volta insieme – come questa sera – nel memorabile concerto del 22 dicembre 1808, a Vienna. Il messaggio che vorrei trarne oggi è questo: per giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili.
Ringraziamo dunque di cuore il Maestro Barenboim e la West-Eastern Divan Orchestra per averci dato testimonianza di questa via. A ciascuno di loro l’augurio e la preghiera di continuare a seminare nel mondo la speranza della pace attraverso il linguaggio universale della musica.
Grazie e buona serata a tutti!
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