martedì 19 marzo 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Centrotrenta delegazioni straniere guidate da capi di Stato, di governo, dai loro vice, rappresentanti delle istituzioni, ministri, ambasciatori, alte personalità. Quasi un'Onu (gli stati membri delle Nazioni Unite sono 193) quella che si è riunita a Roma, sul sagrato di Piazza San Pietro, per assistere alla messa inaugurale di Papa Francesco. In cima alla lista distribuita dalla Sala Stampa della Santa Sede, in onore alla nazionalità del Pontefice, l'elenco dei nomi della folta delegazione argentina, 20 persone, guidata dal presidente Crisina Fernandez de Kirchner. A seguire, quella italiana, con in testa il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la consorte, la signora Clio, il premier Mario Monti e la moglie Elsa, i presidenti dei due rami del Parlamento, Pietro Grasso e Laura Boldrini.
 
Tra i sovrani regnanti presenti alla Messa di intronizzazione, i nomi più altisonanti sono quelli del re Alberto II del Belgio e della regina Paola e quelli del Principe Alberto di Monaco e della consorte, la principessa Charlene. Lungo l'elenco dei capi di Stato. Oltre alla Kirchner, dall'America Latina, in onore di Bergoglio, sono volati a Roma gran parte dei leader delle nazioni Centro e Sud americane: tra loro, la brasiliana Dilma Roussef, il messicano Enrique Pena Nieto, il cileno Sebastian Pinera, l'equadoregno Rafel Correa, che sfoggiava una camicia "india". Per Cuba, era presente il vice presidente Miguel Diaz-Canel Bermùdez Mario, mentre il venezuela era rappresentato dal presidente del Parlamento, Diosdado Cabello. Il nord del Continente americano era invece rappresentato dal vice presidente Usa, Joe Biden, e dal governatore generale del Canada, David Lloyd Johnston.
Ha fatto discutere, fin dall'annuncio, la presenza del presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, nei cui confronti l'Unione europea ha emesso da tempo un divieto di viaggio. Tuttavia, Mugabe è comunque volato a Roma sostenendo che il divieto non si applica nel caso di partecipazione a funzioni religiose. Non c'è stato molto dialogo tra il Papa e Mugabe in occasione degli auguri che ogni delegazione straniera una dietro l'altra ha rivolto a Bergoglio. Il Papa ha ascoltato in silenzio, mentre Mugabe si dilungava e finendo così con ilrallentare lo scorrere delle delegazioni. E a quel punto il cerimoniale - con molto garbo ma anche con insistenza - lo ha sollecitato a ultimare il saluto, così da dare modo agli altri di omaggiare il Pontefice. L'Africa, nel complesso, oltre alle nazioni del Maghreb, era presente a San Pietro con oltre una dozzina di delegazioni.
Per l'Europa, tra i capi di Stato, c'erano i nomi del presidente austriaco Heinz Fischer, del croato Ivo Iosipovic, dell'irlandese Michael Higgins, del polacco Bronislaw Komorowsky, del portoghese Anibal Cavaco Silva e del serbo Tomislav Nikolic. Tra i capi di Stato, figura anche Ma Ying-jeou, il presidente di Taiwan, cheperò nell'elenco delle delegazioni stilato dalla sala stampa vaticana viene indicata con il nome di "Cina". Grande assente alla cerimonia di Piazza San Pietro, infatti, è stata la Repubblica Popolare, che non ha inviato alcuna delegazione. Altra rappresentanza assente da Piazza San Pietro, in base all'elenco ufficiale, quella dell'Arabia Saudita, mentre invece, il resto del mondo arabo e islamico era presente a Roma con numerose delegazioni, dal Libano al Marocco, dagli Emirati arabi al Qatar, dall'Afghanistan all'Iraq. Di alto livello la delegazione del Pakistan, con il ministro dell'Armonia nazionale, il cattolico Paul Batthi, fratello di Shahbaz, anch'egli ministro, assassinato nel 2011. Per l'Iran è volato a Roma il ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, mentre per l'Egitto era presente il ministro della Cultura, Mohamed Saber Arab.
L'Europa era rappresentata ad altissimo livello anche dai capi di governo: dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, al premier spagnolo Mariano Rajoy, a quello francese Jean-Marc Ayrault. Oltre naturalmente, alla folta delegazione dell'Unione europea: il presidente del Consiglio d'Europa, Herman van Rompuy, il presidentedella Commissione, Josè Manuel Barroso, quello del Parlamento, Martin Schulz.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: