martedì 23 aprile 2013
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Il grande puzzle della Gmg 2013 va componendosi: mentre mancano poco meno di cento giorni, si lavora a ritmi serrati per posizionare tutte le tessere dell’appuntamento brasiliano di fine luglio.«C’è un grande fermento che in questa fase subisce necessariamente una brusca accelerazione. Il Brasile, nonostante tante contraddizioni, è un Paese in crescita. Si percepisce la voglia che la Chiesa dell’America latina ha di affermare un vissuto credente e la consapevolezza di dover allestire questo spazio di incontro tra papa Francesco e i giovani», osserva monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, che insieme a una delegazione della Conferenza episcopale italiana si è recato nei giorni scorsi in Brasile per definire i dettagli della spedizione azzurra.«Dopo una serie di contatti preliminari, l’obiettivo di questo viaggio – spiega Pompili – è stato quello di mettere a fuoco alcune questioni relative all’accoglienza dei ragazzi italiani». Non ci sono ancora indicazioni precise sulle località in cui i giovani saranno ospitati in quanto il Comitato organizzatore locale (Col) si riserva di fare le assegnazioni al termine delle iscrizioni, ma nel corso degli incontri sono state date indicazioni sulle modalità dell’accoglienza. «Sono stati individuati – afferma il sottosegretario Cei – istituti, parrocchie, strutture pubbliche che saranno dotate delle infrastrutture essenziali per un’ospitalità sobria e allo stesso tempo efficiente».I giorni passati a Rio, poi, sono stati utili per «stabilire i contatti con il Consolato italiano che fornirà il necessario supporto in caso di necessità» e «per conoscere i luoghi della Gmg: dalla zona di Copacabana fino al grande spazio di Guaratiba che ospiterà la veglia e la Messa finale, passando per il Maracanazinho, dove si terrà la Festa degli italiani, e per il Forte Copacabana , sede del centro stampa internazionale».A Rio, dove «gli italiani sono una fetta significativa della popolazione e rappresentano una componente che nella storia ha dato molto in termini di cultura come dimostrano l’architettura delle chiese e la cucina», i ragazzi che arriveranno dalla Penisola potranno allargare lo sguardo. «Gli spazi sono sconfinati, la gente, anche solo nell’attraversare una strada, è una massa umana che si muove», sottolinea Pompili. Chi parteciperà alla Gmg farà dunque «una grande esperienza di contatto con altre culture e altre sensibilità». Nella consapevolezza, aggiunge il sottosegretario Cei, «di ritrovare la stessa identità, di sentirsi a casa nonostante la distanza, di vivere quella coesione che la fede crea al di là delle differenze».L’appuntamento brasiliano sarà inoltre un evento mediatico. «L’esplosione dei social media mostra una pervasività e una diffusa abilità maggiori anche rispetto alla Gmg di Madrid di due anni fa», evidenzia ancora Pompili, per il quale «il simbolo di questo salto in avanti è un’inedita applicazione, che il Col renderà disponibile per tutti i pellegrini, per localizzare sul proprio iPhone o tablet i luoghi degli eventi, ma anche informazioni varie tra cui quelle riguardanti le catechesi o l’ordine pubblico». In questo modo, la Gmg 2.0 «non avrà a che fare con i grandi network, ma si vivrà a livello del singolo ragazzo, con la logica di una più forte condivisione». La tecnologia permetterà di stabilire un ponte reale tra Italia e Brasile nei giorni della Gmg. «A Rio attendiamo dai 5 mila a i 7 mila giovani italiani, una cifra non straordinaria in termini assoluti ma relativamente importante: dopo brasiliani, argentini e americani saremo il gruppo linguistico più significativo», rivela Pompili.«La Chiesa italiana, con una rappresentanza di una quarantina di vescovi – conclude – sarà fisicamente lì, ma ci sarà anche attraverso gli eventi che si stanno organizzando nelle nostre diocesi». Che si svolgeranno in simultanea alla Gmg carioca e serviranno «ad accorciare le distanze, superando sia le difficoltà oggettive sia quelle economiche».
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