sabato 26 marzo 2016
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L’opposto della misericordia «non è la giustizia, ma la vendetta ». E Gesù «non ha opposto la misericordia alla giustizia, ma alla legge del taglione». Così «l’odio e la ferocia degli attentati terroristici di questa settimana a Bruxelles ci aiutano a capire la forza divina racchiusa in quelle ultime parole di Cristo: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”». I tragici attacchi perpetrati nella capitale belga sono stati evocati ieri nella Basilica di San Pietro, alla presenza di papa Francesco, nel corso della solenne celebrazione della Passione del Signore iniziata con il Pontefice prostrato a terra. Lo ha fatto padre Raniero Cantalamessa che ha tenuto come di consueto l’omelia, in quanto predicatore della Casa Pontificia. «Dobbiamo demitizzare la vendetta – ha continuato il religioso –. Essa è diventata un mito pervasivo che contagia tutto e tutti, a cominciare dai bambini». Infatti «gran parte delle storie portate sullo schermo e dei giochi elettronici sono storie di vendetta, magari spacciate per vittoria dell’eroe buono. E inoltre «metà, se non più, della sofferenza che c’è nel mondo (quando non si tratta di mali naturali) viene dal desiderio di vendetta, sia nei rapporti tra le persone che in quelli tra gli stati e i popoli». Per padre Cantalamessa, l’Anno della misericordia in- detto da Francesco è «l’occasione d’oro per riportare alla luce la vera immagine del Padre» che «non è un Dio arcigno e inquisitore» e che «non solo fa misericordia, ma è misericordia». Il religioso ha anche reso omaggio a Martin Lutero per «il merito» di aver riportato alla luce «il senso» smarritosi «almeno nella predicazione cristiana » della vera giustizia di Dio che «non è un farsi giustizia, ma rendere giusti». Il frate cappuccino ha inoltre ricordato che proprio la misericordia «può salvare, in particolare, la cosa più preziosa e più fragile che c’è, in questo momento, nel mondo, il matrimonio e la famiglia». Come nei rapporti tra Dio e l’umanità, infatti, «anche nel matrimonio, all’inizio non c’è la misericordia, ma l’amore». Infatti «non ci si sposa per misericordia, ma per amore». Ma «dopo anni, o mesi, di vita insieme, emergono i limiti reciproci, i problemi di salute, di finanze, dei figli; interviene la routine che spegne tutto». Così «quello che può salvare un matrimonio dallo scivolare in una china senza risalita, se non nel divorzio, è la misericordia, intesa nel senso pregnante della Bibbia» come si manifesta nella Lettera di san Paolo ai Colossesi, e cioè «non solo come perdono reciproco, ma come un “rivestirsi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine e di magnanimità”». L’omelia di padre Cantalamessa è stata pronunciata dopo che era stato riascoltato il racconto della Passione secondo Giovanni. La liturgia è quindi proseguita con la Preghiera universale e l’adorazione della Croce – compiuta dal Papa e da decine di cardinali e vescovi insieme ad alcuni laici – concludendosi con la Comunione. Gianni Cardinale © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Pontefice nella celebrazione della Passione (La Presse)
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