martedì 3 maggio 2016
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Chi è il profeta? È colui che presta la «voce umana alla Parola eterna» dimenticarsi di se stesso «affinché sia Dio a manifestare la sua onnipotenza nella nostra debolezza». E come si può essere profeti oggi? Sapendo «andare nelle periferie, a cui bisogna avvicinarsi con un bagaglio leggero». Perché «lo Spirito è un vento leggero che ci spinge in avanti» e «dobbiamo farci piccoli» unendoci agli ultimi dal momento che «nel povero e nel prigioniero riconosciamo la presenza del nostro Redentore». Papa Francesco traccia l’identikit dell’uomo di Dio che, animato dallo Spirito, annuncia il messaggio di salvezza in questo tempo. Lo fa nell’udienza di ieri concessa ai cinquanta religiosi dell’Ordine dei Mercedari che partecipano al Capitolo generale da cui scaturirà il nuovo governo dell’Istituto. Ricevendoli nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico con il maestro generale padre Pablo Bernardo Ordoñe, il Pontefice chiede loro di essere «capaci di restare come ostaggi accanto al povero, all’emarginato, all’escluso dalla società, per portargli consolazione, soffrendo con lui, completando nella propria carne quello che manca alla passione di Cristo». L’esempio, sottolinea Francesco, giunge dai padri dell’Ordine che si appresta a celebrare gli ottocento anni di vita. Infatti fu fondato a Barcellona il 10 agosto 1218 dal mercante (poi proclamato santo) Pietro Nolasco su ispirazione della Madonna che si è presentò a lui come Madonna della Mercede, cioè della misericordia. Nolasco spiegò nelle Costituzioni della nuova famiglia religiosa che i consacrati avrebbero «lavorato di buon cuore e di buona volontà e con ogni opera buona» per la liberazione degli oppressi: nel Duecento erano i cristiani ridotti in schiavitù dai musulmani; nel corso dei secoli e oggi sono – ricorda Bergoglio – i «perseguitati a causa della loro fede e a quanti sono stati privati della libertà», le «vittime della tratta e i giovani delle vostre scuole», «quanti assistete nelle vostre opere di misericordia» e i «fedeli delle parrocchie e delle missioni che vi sono state affidate». Nella sua riflessione Francesco prende le mosse dal titolo-guida del Capitolo generale: “L’Ordine della Mercede: memoria e profezia nelle periferie della libertà”. La memoria, osserva il Papa «evoca le grandi imprese compiute in questi otto secoli: l’opera della redenzione di prigionieri e l’audace missione nel nuovo mondo, come pure tanti membri illustri per santità e lettere che adornano la vostra storia. Certamente, c’è molto da ricordare, e ci fa bene ricordare». Però non basta, precisa il Pontefice. Il ricordo non deve «limitarsi a un’esposizione del passato, ma deve essere un atto sereno e consapevole che ci permetta di valutare i nostri successi, senza dimenticare i nostri limiti, e soprattutto affrontare le sfide che l’umanità ci pone». Di fatto, prosegue Francesco, serve «un dialogo sincero e utile che non si fermi al passato glorioso, ma che esamini le difficoltà incontrate in questo cammino, le esitazioni e anche gli errori». Del resto è proprio dell’Ordine dei Mercedari «cercare nel costante sforzo di adeguarsi e di rinnovarsi» per «dare una risposta generosa ai bisogni reali del mondo e della Chiesa». Da qui l’invito del Papa a essere profeti. «Il profeta – chiarisce – è un inviato, un unto, ha ricevuto un dono dallo Spirito per il servizio al santo popolo di Dio». E i “figli” di san Nolasco sono chiamati a «una missione che è un’opera di misericordia: seguire Cristo portando la buona novella del Vangelo ai poveri e la liberazione ai prigionieri». Il gesuita Bergoglio guarda anche alla sua speciale consacrazione. «La nostra professione religiosa è un dono e una grande responsabilità, perché la portiamo in vasi di terracotta. Non fidiamoci delle nostre sole forze senza affidarci sempre alla misericordia divina». Poi indica i «pilastri che ci sostengono »: la «vigilanza», la «perseveranza nella preghiera » e la «cura della vita interiore ». E aggiunge: «Se Dio è presente nella nostra vita, la gioia di portare il suo Vangelo sarà la nostra forza e la nostra felicità. Dio ci ha anche chiamati a servirlo dentro la Chiesa e dentro la comunità ». Quindi il consiglio: «Sostenetevi in questo cammino comune; che la comunione fraterna e la concordia nell’operare bene testimonino, prima delle parole, il messaggio di Gesù e il suo amore per la Chiesa». Infine il richiamo a non «smettete di “proclamare l’anno di grazia del Signore”». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’udienza del Papa all’Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede (Mercedari) (Lapresse)
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