mercoledì 24 luglio 2013
Missionari anche per quel che riguarda la salvaguardia dell’ambiente. Rio de Janeiro 2013 riscopre l’anima verde dei giovani e la loro vocazione di custodi del creato.
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​Missionari anche per quel che riguarda la salvaguardia dell’ambiente. Rio de Janeiro 2013 riscopre l’anima verde dei giovani e la loro vocazione di custodi del creato. Nel programma della Gmg, infatti, è stata inserita una giornata ecologica che si è tenuta lunedì tra l’Università Cattolica locale e il centro stampa internazionale, dove alla presenza dell’arcivescovo di Rio de Janeiro, Orani João Tempesta è stato presentato il Manifesto «Custodi del creato», chiaramente ispirato al magistero di papa Francesco. «Abbiamo raccolto l’appello lanciato dal Santo Padre e lo abbiamo rilanciato in forma di documento», afferma Marcello Bedeschi, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù. «Oggi – aggiunge – sono proprio i giovani ad avere la maggiore consapevolezza delle questioni ambientali. E quindi la Gmg è per così dire l’habitat naturale per questo tipo di sottolineature. Del resto basta uscire per strada e guardare com’è fatta Rio per rendersene conto».Il documento, che sarà diffuso attraverso giornali, internet e anche delle speciali magliette con il Qrcode (un codice a barre che permette di scaricarne il testo sugli smartphone), presenta innanzitutto i dati del problema. «A causa delle immissioni in atmosfera di gas a effetto serra nei prossimi cento anni rischiamo di avere lo stesso aumento della temperatura che in altre ere geologiche si è verificato nell’arco di ventimila anni, con un processo duecento volte più veloce. Già oggi la quantità di questi gas presenti in atmosfera è maggiore di quella degli ultimi tre milioni di anni. Scioglimento dei ghiacciai, innalzamento e acidificazione degli oceani, deforestazione, siccità ed eventi climatici estremi mettono a rischio vaste aree del pianeta, specie quelle più povere, e potrebbero causare danni devastanti soprattutto a quei 600 milioni di abitanti che vivono ad appena un metro sopra il livello del mare». Uno scenario catastrofico, dunque? Il Manifesto rifiuta il pessimismo fine a se stesso: «Questa tendenza non significa destino. Siamo ancora in tempo per invertirla. E la prima cosa da fare è riscoprire la verità della natura in quanto creazione che rimanda ad un Creatore e che il Creatore stesso ha affidato all’uomo in qualità di custode».Emerge qui il riferimento al magistero di Francesco. Un riferimento sottolineato anche durante il convegno all’Università Cattolica di Rio de Janeiro. Il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ha inviato un saluto in cui ricorda come «il problema ecologico oggi sia soprattutto un problema etico». E dunque come tale va affrontato.I giovani, infatti, nel testo affermano: « I dati che abbiamo in sintesi richiamato impongono decisioni responsabili, lungimiranti e tempestive». E quindi pongono le loro richieste ai governanti di tutto il mondo e alle istituzioni internazionali. «Chiediamo – afferma il Manifesto – di non portarci via il futuro e la speranza, restando prigionieri degli interessi di breve periodo che generano contrapposizioni e veti incrociati (chiaro qui il riferimento agli spesso inconcludenti vertici internazionali; l’anno scorso proprio nella metropoli carioca si è tenuta la riunione «Rio+20»); di porre in atto azioni concrete per evitare di raggiungere un punto di non ritorno oltre il quale la Terra potrebbe diventare inospitale per l’umanità; di limitare al massimo l’immissione di gas ad effetto serra nell’atmosfera, con l’impiego delle fonti alternative non inquinanti già disponibili; e di promuovere la ricerca, lo sviluppo e l’accesso per tutti ad ulteriori fonti energetiche pulite». Per questo i giovani si impegnano a «rispettare la verità dell’essere umano» e a «riscoprire la vocazione di custodi del Creato per custodire gli altri; a promuovere una corretta ecologia umana; a cambiare gli stili di vita» e «a promuovere l’uso efficace e solidale delle risorse disponibili». «La Gmg che assume la sfida ambientale fra i suoi argomenti cardine è un grande segnale di speranza», ha detto l’ex ministro dell’ambiente italiano, Corrado Clini, che ha partecipato alla stesura del documento e al convegno di lunedì. «La custodia del creato è infatti la sfida del nostro futuro». Un futuro a misura di giovani.<+copyright>
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