lunedì 25 febbraio 2013
​Al convegno degli economi diocesani il segretario della Cei: bisogna amministrarli in modo appropriato ed efficace.
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“La Costituzione conciliare Gaudium et spes afferma che la Chiesa stessa si serve di beni temporali nella misura che la propria missione richiede. Non c’è alcun dubbio che la Chiesa possa detenere dei beni temporali e che debba amministrarli in modo appropriato ed efficace, per la sua missione e nella misura in cui servono alla sua testimonianza di fede, speranza e carità”. Lo ha detto questo pomeriggio ad Assisi il segretario generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata, intervenuto all’apertura dei lavori del convegno nazionale degli economi e direttori degli uffici amministrativi della diocesi italiane, che si chiuderà mercoledì. Soffermandosi sul ruolo di queste figure così importanti nel funzionamento delle diocesi, Crociata ha sottolineato che esso “non può configurarsi come un mero ausilio tecnico, utile per il raggiungimento di risultati economicamente soddisfacenti”. “Grazie al vostro aiuto – ha detto – l’amministrazione dei beni ecclesiastici può corrispondere al criterio di competenza pastorale e tecnica, secondo l’auspicio formulato dal beato Giovanni Paolo II: ‘L’amministrazione economica della diocesi sia affidata a persone competenti oltre che oneste’ ”. A questo riguardo, ha proseguito il segretario della Cei, “è importante la sana partecipazione, a livelli diversi e con differenti responsabilità, di collaboratori fedeli ed esperti. La complessità dei problemi richiede sempre più il dialogo e la convergenza di competenze e professionalità diverse”. Circa il sistema in vigore in Italia, Crociata ha ricordato che con l’accordo del 1984 “la Chiesa rinunciava a forme di finanziamento automatico da parte dello Stato, quali la congrua e i fondi per l’edilizia di culto, e si rivolgeva senza complessi a tutti gli italiani, credenti e non credenti, chiedendo a tutti una ragionevole e generosa fiducia”.
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