mercoledì 9 maggio 2012
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Questa sera si spegneranno tutte le luci del Colosseo. L’anfiteatro sarà rischiarato soltanto dal bagliore della fiaccolata voluta dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità ebraica di Roma in forma di solidarietà per i cristiani vittime di discriminazioni e persecuzioni  in Nigeria, in Kenya e in altre parti del mondo. Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, sottolinea come l’iniziativa abbia avuto questa significativa convergenza: «La Comunità ebraica, che pure è minoranza in tanti Paesi, condivide l’idea che la violenza, ora contro i cristiani, potrà essere in futuro una minaccia verso tutte le minoranze». Il mondo politico pure aderisce all’iniziativa: «Giovanni Paolo II – aggiunge Impagliazzo – ci ha fatto riflettere sulla presenza dei nuovi martiri aprendo gli occhi addormentati dell’Occidente. Queste vittime sono martiri del terzo millennio e sono un argine al totalitarismo e alla violenza. Questo finalmente comincia ad essere compreso anche dalla politica».Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma ha subito condiviso il progetto: «Da tempo – dice – rifletto sulla totale indifferenza intorno a questi tragici fatti, e credo sia il momento di parlarne. Dietro queste violenze c’è un disegno criminale che è l’epurazione culturale ed etnica».Con Sant’Egidio c’è stata subito intesa anche su questo: «Noi sappiamo – aggiunge Pacifici – che i cristiani in quei Paesi sono una presenza importante per l’aiuto che danno alle popolazioni in campo medico, sanitario, educativo. Con Sant’Egidio dividiamo il ricordo della Shoah e ci siamo intesi sempre per lo sforzo che fanno per far conoscere il mondo ebraico. Il Colosseo è poi un simbolo di persecuzione che noi e i cristiani abbiamo subito. Che le fiaccole di stasera aiutino a far riflettere».Gli fa eco Riccardo Di Segni: «Siamo stupiti – dice il rabbino capo di Roma – dalla indifferenza che circonda questi avvenimenti di grandi proporzioni. Siamo molto sensibili a questo tema. La manifestazione di questa sera, infatti, ha l’obiettivo di mobilitare le persone oltre a sollecitare tempestivi interventi politici e diplomatici».La preoccupazione è condivisa da Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei): «È un problema angosciante che richiede per una sua soluzione l’impegno concreto di tutti quei soggetti che lavorano per costruire un futuro di pace e armonia tra le nazioni». La fiaccolata vedrà anche uomini di fede musulmana. In segno di solidarietà i giovani della Coreis, la Comunità religiosa islamica di Roma. «Ci auguriamo – scrivono in una nota – che la sintonia che unisce i giovani musulmani con i giovani ebrei di Roma possa essere un esempio di collaborazione fraterna e costruttiva tra esponenti di comunità religiose del monoteismo abramico nell’attuale società multireligiosa in Italia».A raccogliersi in un minuto di silenzio davanti al Colosseo anche numerosi politici, a titolo personale o in nome del loro partito. Messaggi di adesioni da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera; dal presidente dei deputati Pd, Dario Franceschini; dal vicepresidente del Senato Vannino Chiti. Anche Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, annuncia l’adesione. Tra i movimenti che hanno aderito, le Acli di Roma. «Occorre – dice il loro presidente Cristian  Carrara – lanciare un messaggio di speranza e di vicinanza per tutti coloro che soffrono per la loro religione».
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