giovedì 25 aprile 2013
Si è aperta a Rimini.​ la 36ª Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Per il presidente nazionale Salvatore Martinez per sarà “una grande occasione per enfatizzare la gioia che attraversa la Chiesa tutta per la recente elezione di papa Francesco”​. I messaggi del Santo Padre, della Cei e del Pontificio Consiglio per i laici.
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La Croce «non è tragedia». La croce «è la scuola d’amore». E «tutte le difficoltà della vita sono le sfide nelle quali possiamo dimostrare con che spirito viviamo». Per questo allora «non dobbiamo chiuderci allo Spirito Santo che "rinnova la faccia della terra". Egli cerca il nostro cuore per la nostra collaborazione».È il messaggio che il cardinale Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo, ha voluto affidare al termine della sua testimonianza agli oltre 15mila partecipanti alla sessione inaugurale della 36ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si è aperta ieri pomeriggio a Rimini. Un appuntamento ormai entrato nella tradizione della Chiesa, per «ritrovarsi assieme nella preghiera», e che vuole parlare «di gioia, di una gioia speciale, divina, che non conosce la morte – ha detto presentandolo il presidente nazionale Salvatore Martinez – la gioia di Gesù Signore che manca al nostro mondo, animato da passioni tristi e bisognoso di un vero rinnovamento», la gioia «di Gesù vivo e operante che dà splendore alla fede nella Chiesa e favorisce la nuova evangelizzazione».A Rimini era stato invitato anche papa Francesco, che da arcivescovo di Buenos Aires era il referente per il Rinnovamento nello Spirito in Argentina. Invito, ha scritto il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone nel messaggio inviato a Rimini a nome del Pontefice, che «non è stato possibile accogliere». «Tuttavia – è scritto ancora nel messaggio, letto in sala da don Guido Pietrotrogrande, consigliere spirituale nazionale del Rns –, egli desidera assicurare che si unisce spiritualmente alla celebrazione della Misericordia di Dio, che il Signore effonderà in abbondanza nei vostri cuori donandovi il suo Spirito per la remissione dei peccati e, al tempo stesso, la sua pace». Analoghi messaggi all’assemblea sono poi arrivati dal segretario generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata, che, anche a nome del cardinale presidente Angelo Bagnasco, ha voluto esprimere «grande apprezzamento per le iniziative che verranno presentate in questa sede, in particolare per il Piano nazionale per la nuova evangelizzazione», e dal cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, che allo stesso riguardo ha augurato che la Convocazione «sia occasione di rinnovato incontro con Cristo, ascolto della sua Parola e impegno a viverla nelle ordinarie condizioni della vita, per realizzare così la nuova evangelizzazione tanto necessaria per l’uomo di oggi».Dopo il saluto introduttivo del vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, e l’introduzione del coordinatore nazionale del Rns, Mario Landi, è stato dunque l’arcivescovo di Sarajevo a portare la propria testimonianza all’assemblea, prima di presiedere la Messa conclusiva della prima giornata. Pulijc ha raccontato della sua infanzia sotto il comunismo, in cui «solo la fede vissuta nelle famiglie ha assicurato la trasmissione della fede», della sua vocazione nata dall’«incontro con un bravissimo sacerdote, che ha svegliato il desiderio in me di essere come lui... con la sua pazienza, il suo amore»; e poi della guerra, delle prove durissime della comunità cattolica falcidiata dall’esodo forzato, delle distruzioni e della difficile ricostruzione, per la quale «nessuno ci ha aiutato». E, in questo, denunciando anche con forza il «disinteresse totale» dell’Europa, intesa come istituzione e come singoli Paesi, «per la comunità cattolica della Bosnia Erzegovina», che ha potuto così contare solo sul sostegno di pochi, in particolare sul «grande aiuto» arrivato «dall’Italia attraverso diverse organizzazioni parrocchiali e diocesane». «Grazie per la vostra attenzione – ha concluso Puljic – e Dio benedica voi, i vostri gruppi e comunità del Rinnovamento, le vostre famiglie».
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