lunedì 22 novembre 2010
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Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi, l’atteso libro intervista di Benedetto XVI curato da Peter Seewald, sarà nelle librerie a partire da martedì prossimo. Nello stesso giorno, presso la Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione del volume. Saranno presenti l’arcivescovo Rino Fisichella, il giornalista Luigi Accattoli e lo stesso Seewald con don Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice vaticana che edita in Italia quello che si annuncia come un best-seller. Nel volume Benedetto XVI affronta numerose questioni. Tra l’altro afferma conferma di non vedere, «al momento», «le condizioni» per un terzo Concilio Vaticano. Riguardo poi agli scandali che hanno «in questo tempo» colpito la Chiesa, Benedetto XVI dice che ciò suscita un duplice sentimento: da una parte «il turbamento per la miseria e la peccaminosità della Chiesa» e dall’altra «un altro turbamento, la commozione che nasce dal fatto che Egli si mostra sempre attraverso la Chiesa e in essa».Profilattico? Solo in casi eccezionaliIl Papa poi nel volume, che di per sé comunque non è un atto magisteriale, riconosce che «vi possono essere singoli casi giustificati» nell’uso del profilattico, «ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole». «Tuttavia, – aggiunge il Papa – questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv. È veramente necessaria una umanizzazione della sessualità». Questo, insieme ad altri brani, particolarmente intriganti dal punto di vista mediatico, sono stati diffusi ieri pomeriggio dall’Osservatore Romano. Come tedesco, vergogna per la ShoahRiguardo ai rapporti con l’ebraismo il Papa dice che «naturalmente quanto accaduto nel Terzo Reich ci ha colpito come tedeschi e tanto più ci ha spinto a guardare al popolo d’Israele con umiltà, vergogna e amore». Benedetto XVI spiega poi così la decisione di cambiare la preghiera dell’Oremus del Messale preconciliare: «L’ho modificata in modo tale che vi fosse contenuta la nostra fede, ovvero che Cristo è salvezza per tutti. Che non esistono due vie di salvezza e che dunque Cristo è anche il Salvatore degli ebrei, e non solo dei pagani. Ma anche in modo tale che non si pregasse direttamente per la conversione degli ebrei in senso missionario, ma perché il Signore affretti l’ora storica in cui noi tutti saremo uniti. Per questo gli argomenti utilizzati da una serie di teologi polemicamente contro di me sono avventati e non rendono giustizia a quanto fatto». Pio XII fece il possibile per gli ebreiPapa Ratzinger ricorda poi così la figura di papa Pacelli: «Ora, persone più ragionevoli ammettono che Pio XII ha salvato molte vite ma sostengono che aveva idee antiquate sugli ebrei e che non era all’altezza del Concilio Vaticano II. Il problema tuttavia non è questo. L’importante è ciò che ha fatto e ciò che ha cercato di fare, e credo che bisogna veramente riconoscere che è stato uno dei grandi giusti e che, come nessun altro, ha salvato tanti e tanti ebrei».Burqa, se volontario è lecito«Per quanto riguarda il burqa, non vedo ragione di una proibizione generalizzata». Il Pontefice rileva: «Si dice che alcune donne non lo portino volontariamente ma che in realtà sia una sorta di violenza imposta loro. È chiaro che con questo non si può essere d’accordo. Se però volessero indossarlo volontariamente, non vedo perchè glielo si debba impedire». Sul tema tolleranza religiosa e islam afferma: «Ci rallegriamo del fatto che nei Paesi del Golfo arabo (Qatar, Abu Dhabi, Dubai, Kuwait) ci siano chiese nelle quali i cristiani possono celebrare la messa e speriamo che così accada ovunque. Per questo è naturale che anche da noi i musulmani possano riunirsi in preghiera nelle moschee».I Novissimi, «pane duro» per l’oggiLe verità di fede sul futuro dopo la morte, cioè il giudizio, il paradiso, il purgatorio e l’inferno, «sono come pane duro per gli uomini di oggi. Gli appaiono irreali. Vorrebbero al loro posto risposte concrete per l’oggi, soluzioni per le tribolazioni quotidiane. Ma – rileva il Papa – sono risposte che restano a metà se non permettono anche di presentire e riconoscere che io mi estendo oltre questa vita materiale, che c’è il giudizio, e che c’è la grazia e l’eternità. In questo senso dobbiamo anche trovare parole e modi nuovi, per permettere all’uomo di sfondare il muro del finito».
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