venerdì 26 settembre 2014
Galantino: bisogna ridefinire l'agenda politica, famiglia al centro. Il Messaggio del Consiglio episcopale permanente (IL TESTO): grazie alle famiglie.
EDITORIALE
«Cambiare verso» davvero di Marco Tarquinio
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La vita e la formazione permanente dei presbiteri in un orizzonte di riforma, che qualifichi i contenuti e lo stile del ministero in riferimento a Gesù Cristo e in piena comunione e obbedienza ecclesiale. In secondo luogo – alla vigilia dell’avvio del Sinodo dei Vescovi e della preghiera con il Papa, promossa per il 4 ottobre dalla Cei – la gratitudine per la testimonianza coniugale e genitoriale offerta da tante famiglie; nel contempo, la preoccupazione per la sordità dei responsabili della cosa pubblica nei confronti di politiche fiscali e di armonizzazione tra i tempi del lavoro e quelli propri della famiglia; ancor più, il timore per la disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o all’accesso al matrimonio da parte di coppie di persone dello stesso sesso. Ancora, la situazione di persecuzione sofferta dai cristiani e, più in generale, dalle minoranze religiose in una geografia di Paesi che attraversa il mondo; la solidarietà della Chiesa italiana per l’emergenza in Siria e Iraq, nonché una visita a novembre della Presidenza a Gaza. Ha fatto ruota, innanzitutto, attorno a questi temi la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Roma da lunedì 22 a mercoledì 24 settembre 2014, sotto la guida del cardinale Angelo Bagnasco, che in apertura ha pronunciato la sua prolusione. Oggi invece è toccato al segretario generale, monsignor Nunzio Galantino, ricordare i temi su cui i vescovi hanno lavorato e leggere il Messaggio su "Il bene comune della famiglia".Al termine i giornalisti hanno sollecitato Galantino su temi di stretta attualità. Il segretario della Cei ha risposto puntualmente: "Non è questione se il premier Renzi piaccia a noi o no. Bisognerebbe chiedere alla gente se sta trovando le risposte. La nostra impressione è che ci sia da ridisegnare l'agenda politica mettendo come priorità la famiglia, il lavoro, i giovani e i temi della formazione e della scuola ma non annunciandoli, affrontandoli veramente". "La famiglia non ci pare messa al centro della politica italiana", ha aggiunto. Per quanto riguarda il dibattito sull'articolo 18, Galantino chiede di "pensare con più realismo alle persone che non hanno lavoro o che cercano lavoro", di rivolgere lo sguardo in avanti anziché pensare a "tenere alto il numero dei propri iscritti".  Galantino ha poi richiamato il servizio svolto dalla scuola, affermando che “esiste una sola scuola pubblica, che può essere statale o paritaria”. “In Italia si sente sempre parlare di ‘'senza oneri per lo Stato’, a proposito delle scuole paritarie, ma - ha domandato - immaginate che tutte queste scuole chiudano all’improvviso: dove collocherebbe lo Stato il milione e 300 mila studenti che le frequentano? Ricordiamo che le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato circa 6 miliardi ogni anno”.Sui temi della politica i giornalisti hanno chiesto a Renzi, durante la conferenza stampa accanto a Marchionne a Detroit, cosa ne pensasse delle osservazioni di Galantino. "Rispetto ogni tipo di valutazione", ha risposto il premier."Durante il Consiglio permanente - ha continuato Galantino - i vescovi hanno riflettuto a lungo sulla situazione in Siria, Iraq e nell’area mediorientale considerando attentamente quanto la Chiesa italiana sta facendo in termini di vicinanza e aiuti concreti alle popolazioni locali, in particolare i cristiani oggetto di persecuzioni”. Quindi ha annunciato che dal 2 al 4 novembre il Consiglio di presidenza della Cei andrà nella Striscia di Gaza. Galantino ha aggiunto che egli stesso andrà poi in visita privata in Iraq, ad Erbil. Viaggi compiuti per "far sentire la nostra vicinanza a queste popolazioni e ai parroci che accolgono migliaia di profughi". Quanto alla questione dell'elezione del presidente della Cei, dopo la conferma del cardinale Angelo Bagnasco fino al 2017, il nuovo presidente sarà nominato dal Papa con una terna di nomi indicata dai vescovi. Sollecitato dalla questione della pedofilia, Galantino ha detto che si tratta di un crimine, e che quello che fatto Papa Francesco si pone in continuità con i predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Poi un richiamo: "Io aspetto il giorno che altre categorie, altre realtà comunitarie prendano sul serio il dramma della pedofilia che non è dramma solo della Chiesa".
Il Messaggio per la famigliaUn grande grazie a chi si impegna a formare una famiglia, a educare i figli, a resistere strenuamente alla crisi. E invece uno sguardo severo verso chi non sostiene questa realtà fondamentale per la società.  Un affondo preciso, circostanziato, quello contenuto nel Messaggio del Consiglio episcopale permanente, che arriva al termine di una settimana di lavori aperti lunedì con la Prolusione del cardinale Bagnasco, confermato dal Papa alla guida della Cei fino al 2017. Il Messaggio è dedicato a "Il bene comune della famiglia", quella famiglia che sarà oggetto del Sinodo straordinario convocato da Papa Francesco dal 5 ottobre, Quella famiglia, ancora, che è in cima ai pensieri dei pastori, perché di essa conoscono e sperimentano tutti i giorni nelle parrocchie la forza ma anche la estrema vulnerabilità. "Parliamo perché ci sta a cuore l'uomo e la società, convinti come siamo che la famiglia è un bene di ciascuno e di tutti, del Paese nel suo insieme", si legge nel Messaggio, quasi a spiegare il perché di tanto interesse. Il Messaggio prosegue con nuna serie di ringraziamenti. Grazie a ogni uomo e ogn donna che abbraccia con fiducia un progetto di vita coniugale e crea una famiglia "aperta alla generazione e quindi al futuro". Grazie per l'educazione con cui ogni mamma e papà sfida "con la fionda di Davide", una cultura che privilegia e produce banalità e omologazione. Grazie per la dignità con cui le famiglie affrontano la crisi. Ma la stima e la riconoscenza per la famiglia portano i vescovi oltre, a biasimare chi anziché sostenere e tutelare questa realtà, resta "sordo sia nel promuovere interventi fiscali di sostegno alla famiglia sia nel realizzare una politica globale di armonizzazione tra le esigenze del lavoro e quelle della vita familiare, a partire dal rispetto della domenica".Non aiuta la famiglia chi non esita a dare il via preferenziale a richieste come il riconoscimento delle unioni di fatto o "l'accesso al matrimonio per coppie formate da persone dello stesso sesso". La preoccupazione è anche per la corsa ad abbreviare i tempi del divorzio, "enfatizzando così una concezione privatistica del matrimonio". I pastori non chiudono le porte a nessuno, in uno stile di accoglienza, ma questa "disponibilità di fondo" spinge la Chiesa ad alzare la voce "a tutela e promozione della famiglia e a rilanciare la disponibilità a spenderci con tutte le nostre forze a servizio del nostro popolo". Non ci stanchiamo, conclude il Consiglio Episcopale Permanente, "di impegnarci contro ogni attentato alla vita, alla libertà educativa, al diritto all'istruzione e al lavoro, autentiche condizioni di giustizia e di pace".  
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