lunedì 23 gennaio 2017
L'intervento del presidente della Cei all'apertura del Consiglio episcopale permanente della Cei: introdurre il reddito di inclusione e avviare il piano contro la povertà.
(Foto Siciliani)

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Il cardinale Angelo Bagnasco ha aperto il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, con il pensiero rivolto alla drammatica situazione del Centro Italia. Toccati nella prolusione del presidente della Cei i temi di più stretta attualità: preoccupazione per la crescita della povertà assoluta in Italia e richiesta di un Piano nazionale volto ad arginarla (anche tramite il Reddito d’Inclusione), maggiore attenzione alla famiglia, legge sul fine vita, immigrazione ed accoglienza; e sul piano ecclesiale un focus sulla formazione permanente dei sacerdoti, uno degli argomenti principali di questa sessione del Consiglio permanente, con la raccomandazione di una “conversione pastorale” che porti i sacerdoti ad andare incontro a tutti.

IL TESTO INTEGRALE DELLA PROLUSIONE


L’emergenza nel Centro Italia

Bagnasco ha ribadito la “vicinanza solidale” alle popolazioni colpite. Una vicinanza della Chiesa italiana che ha portato a raccogliere 22 milioni di euro attraverso la Colletta indetta dalla Cei. Il cardinale anche ricordato che la stessa Cei, oltre al primo milione di euro stanziato dai fondi otto per mille il giorno stesso delle prime scosse, ha messo a disposizione di ogni Diocesi interessata 300 mila euro per interventi su edifici ecclesiastici, destinati al culto e alla pastorale. E che è stato firmato un protocollo d’intesa, grazie al lavoro con il Commissario straordinario per la ricostruzione e il Ministero dei beni e delle attività culturali. Costituiti anche un Tavolo tecnico e una Consulta per i beni culturali di interesse religioso. Il presidente della Cei ha ringraziato coloro che si stanno adoperando sul campo (“la tragedia ci sta consegnando anche il volto migliore del nostro Paese, della nostra gente, pronta a mettere in gioco la propria vita per salvare quella altrui”) e fatto appello a “una piena consonanza di intenti”.

Poveri e famiglie da aiutare

La crisi economica continua a pesare, ha detto Bagnasco. In particolare sui 4 milioni e 600mila poveri assoluti del nostro Paese (cresciuti del 155 per cento rispetto al 2007, anno precedente all'inizio della crisi), sui giovani e sul Meridione. Bagnasco nel ricordare l’impegno di diocesi, parrocchie e Caritas, fa due precise sottolineature. Innanzitutto, “sembra necessario prestare la massima attenzione alla legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione (REI) e alla predisposizione del Piano nazionale contro la povertà”. E in secondo luogo, “in riferimento all'ennesimo rinvio sui decreti attuativi, stentiamo a capire come mai tutti i provvedimenti a favore della famiglia – che potrebbero non solo alleviare le sofferenze, ma anche aiutare il Paese a ripartire – facciano così tanta fatica a essere realmente presi in carico e portati a effettivo compimento”.



Il fine vita

Attenzione massima dunque sulle “ferite aperte” della popolazione e su tematiche concrete, più che sulle vicende politiche degli ultimi mesi e sul relativo dibattito in quanto tale, che, nota il cardinale “verte, piuttosto, su altri versanti, quali ad esempio il fine vita”. “Ci preoccupano non poco – ricorda in riferimento a quest’ultimo tema - le proposte legislative che rendono la vita un bene ultimamente affidato alla completa autodeterminazione dell’individuo, sbilanciando il patto di fiducia tra il paziente e il medico. Sostegni vitali come idratazione e nutrizione assistite, ad esempio, verrebbero equiparate a terapie, che possono essere sempre interrotte. Crediamo che la risposta alle domande di senso che avvolgono la sofferenza e la morte non possa essere trovata con soluzioni semplicistiche o procedurali; la tutela costituzionale della salute e della vita deve restare non solo quale riferimento ideale, bensì quale impegno concreto di sostegno e accompagnamento”.

L’immigrazione, il Paese e la Chiesa

Anche la realtà dell’immigrazione, afferma il presidente della Cei, “interpella fortemente la coscienza civile del nostro Paese e le sue Istituzioni; realtà rispetto alla quale, come osserva il Santo Padre, in tema di accoglienza ‘il più cattivo consigliere è la paura, mentre il migliore consigliere è la prudenza’”. Per questo la Chiesa continuerà a fare la propria parte, “in prima linea nell’accoglienza”, che significa non solo servizi offerti, ma “famiglia, comunità, dialogo interculturale, iniziative di integrazione”.

Uno sguardo alla nostra Chiesa

Tra i temi intraecclesiali, Bagnasco ricorda la formazione permanente dei sacerdoti, il Sinodo dei giovani, il recente giubileo e la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Crediamo – sottolinea - che Il rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente, più che un’esigenza di aggiornamento e qualificazione, rimandi a un mistero di vocazione che trascende l’uomo e che nessuno, quindi, può mai dare per pienamente conseguito. Nel contempo, la volontà di aiutare i sacerdoti a sostenere e alimentare la loro vocazione di discepoli dentro il Presbiterio e la comunità ci ha portato a individuare alcuni ambiti precisi, sui quali investire con rinnovata convinzione: costituiscono la struttura del Sussidio su cui ci soffermeremo durante i nostri lavori”.
Infine Bagnasco fa accenno alle ormai prossime scadenze statutarie: “Il nostro lavoro già guarda con fiducia alla prossima Assemblea Generale, dove saremo chiamati a eleggere la terna relativa alla nomina del Presidente della Cei”, conclude infatti.



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