mercoledì 16 gennaio 2019
La conferenza stampa dei segretario generale Stefano Russo: sbagliato ricondurre il problema della sicurezza ai migranti
Monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei (Siciliani)

Monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei (Siciliani)

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La Chiesa italiana conferma e rafforza il suo impegno per contrastare il fenomeno degli abusi clericali su minori con un Servizio nazionale di cui è stato approvato il regolamento e con nuove “linee guida” che saranno discusse a maggio. Lo fa annunciando che i vertici della Cei incontreranno alcune vittime, come suggerito da Papa Francesco, prima del summit vaticano sull’argomento previsto per fine febbraio.

È quanto emerge dalla conferenza stampa del segretario generale della Cei, il vescovo di Fabriano-Matelica Stefano Russo, tenuta oggi al termine della sessione invernale del Consiglio episcopale permanente riunito a Roma da lunedì. Nella stessa occasione il presule ha ribadito che per la Chiesa è “esagerato” e “sbagliato” ricondurre “il problema della sicurezza ai migranti”, rimarcando l’interesse dei vescovi per un rinnovato impegno dei cattolici in politica che abbia a cuore il “bene comune”.

Monsignor Russo ha definito “un passo importante” l’approvazione del Regolamento del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, che verrà reso pubblico a breve. Finalità di questo Regolamento è “l’offerta di un supporto in questo ambito alla Conferenza episcopale italiana, alle Chiese particolari, agli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, alle associazioni e alle aggregazioni ecclesiali”. La struttura del Servizio prevede: un presidente; un coordinatore; un consiglio di Presidenza; una Consulta nazionale. Presidente è stato nominato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni, attuale presidente della Commissione tutela minori della Cei.

In materia di prevenzione e contrasto agli abusi sui minori quello della Chiesa italiana, ha precisato il segretario generale, “è un atteggiamento sinodale: è un percorso certamente lungo, ma fatto con attenzione, perché tale struttura possa essere operativa in modo efficace”.

La prossima tappa importante, in occasione dell’Assemblea generale di maggio – ha annunciato Russo -, saranno le Linee-guida, “in fase abbastanza avanzata di realizzazione”, che “tengono conto delle buone prassi in atto sul territorio”.

Il presule ha poi spiegato che prima e dopo l’incontro sugli abusi convocato dal Papa per fine febbraio con i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo – al quale parteciperà per l’Italia il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – sono in programma due incontri con alcune vittime: uno più ristretto prima di febbraio, nella prossima riunione del Consiglio di presidenza della Cei, e uno durante il prossimo Consiglio episcopale permanente di primavera.

Interpellato dai giornalisti sull’entità dei numeri dei casi di pedofilia da parte del clero in Italia, Russo ha risposto che non ci sono ancora dati disponibili, perché “le eventuali denunce in sede canonica vengono fatte alla Congregazione per la dottrina della fede”. Comunque, grazie al nuovo Servizio nazionale “ora si inizierà un lavoro in rete che ci aiuterà a fare ulteriore chiarezza sul fenomeno”.

Rispondendo ad altre domande dei giornalisti monsignor Russo ha espresso dispiacere per il fatto che “il tema della sicurezza venga accostato al tema dei migranti, quasi che la colpa della mancanza di sicurezza sia la loro”. “Mi sembra un po’ eccessivo, un’esagerazione”, ha commentato, “come se la questione della sicurezza dipendesse dal modo in cui si gestisce la questione dei migranti”. “Non si può ricondurre il problema della non sicurezza ai migranti: è proprio sbagliato”, ha sintetizzato. “È importante il superamento dei luoghi comuni, delle risposte frettolose e dei richiami gridati”, ha sottolineato inoltre il segretario generale, rimarcando che “la Chiesa italiana ascolta il grido dei migranti, è impegnata da sempre a farsi prossima in queste situazioni”.

Il segretario della Cei ha poi sottolineato quanto sia importante che ”i cristiani si impegnino e siano parte attiva nella costruzione del bene comune per il Paese”. Il centenario dell’appello di Sturzo “ai liberi e forti”, ha aggiunto, “può essere un’occasione importante per l’impegno da cristiani in politica, proprio a partire dal pensiero di Sturzo sulla responsabilità dei cristiani in ordine alla ricerca di condivisione, nel dibattito politico, della ricerca del bene comune”.

>>> IL COMUNICATO FINALE

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