martedì 25 novembre 2014
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"La mia memoria è da arcivescovo di Buenos Aires, ma questo non c'è più. Ora sono il vescovo di Roma. L'Europa mi preoccupa come vescovo di Roma". Lo ha detto Papa Francesco sul volo di ritorno da Strasburgo, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sul fatto se quando viaggia si senta più, nel cuore, vescovo di Roma o arcivescovo di Buenos Aires. Quello coi giornalisti è stato come al solito un incontro franco, libero, nel quale Francesco ha sempre risposto con schiettezza. Ad esempio c'è chi gli ha chiesto se sarebbe disponibile a un dialogo con lo Stato islamico, il famigerato Isis, che ha portato guerra, violenza e persecuzione in Iraq e Siria. E Francesco ha risposto: "Io non do mai per persa una cosa. Non so se si può dialogare con lo Stato Islamico, ma io non chiudo mai una porta. La mia porta è sempre aperta". Poi ha affrontato il tema del terrorismo. "Il terrorismo è una realtà e anche una minaccia - ha sottolineato Bergoglio - ma anche la schiavitù è una realtà inserita nel mondo di oggi: il lavoro schiavo, la tratta, il commercio dei bambini. È un dramma, non chiudiamo gli occhi". Il Papa è tornato anche sulle sue affermazioni, secondo le quali bisogna "fermare l'aggressore". "Questo è giusto con il consenso internazionale - ha osservato -. Nessun Paese ha il diritto da solo di fermare un aggressore". "C'è la minaccia dei terroristi ma c'è anche un'altra minaccia: c'è anche un terrorismo di Stato". Parole pesanti, che devono fare riflettere tutti, ma ancora di più i potenti:. "Quando le cose salgono, quando la violenza sale - ha spiegato - lo Stato si sente in dovere di massacrare i terroristi, e così spesso colpisce anche chi è innocente". Tornando al viaggio nel cuore politico dell'Europa ha detto di avere "visto nel dialogo con i giovani politici che loro parlano con una musica diversa". "Non hanno paura - ha spiegato - di uscire dalla loro appartenenza, senza tradirla, per dialogare". Secondo il Papa, "dobbiamo ammirarlo. Ne abbiamo bisogno, l'Europa ha bisogno di questo". E c'è stato il tempo anche per una battuta politica. A chi gli ha chiesto se, in base a certi suoi discorsi, non si senta un Papa socialdemocratico ha replicato con una certa ironia: "Questo è riduzionismo! Così mi sento in una collezione di insetti: un insetto socialdemocratico!". "No. Non oso qualificarmi dell'una o dell'altra parte - ha affermato - quello che dico viene dal Vangelo, da cui deriva la dottrina sociale della Chiesa. Nelle cose sociali o politiche non sono staccato dalla dottrina sociale, che viene dal Vangelo".
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