martedì 4 aprile 2017
Il segretario generale del Sinodo dei vescovi: un anno dopo la pubblicazione cresce l’interesse anche fuori dalla Chiesa. Ma ci vorrà ancora tempo per scandagliarne tutta l’importanza
Il cardinale Lorenzo Baldisseri

Il cardinale Lorenzo Baldisseri

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«Un dono per i credenti, un grande aiuto per le persone che si interrogano sul significato del matrimonio, un tesoro da cui si può attingere a piene mani». Così il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, sintetizza il valore di Amoris laetitia nel primo anniversario della sua pubblicazione (8 aprile 2016)

Un anno dopo cos’è cambiato per le famiglie del mondo? Credo che la lettura e l’approfondimento dell’Amoris Laetitia siano per le famiglie di oggi un forte incoraggiamento ad andare avanti con fede nella loro vita quotidiana. Il documento è inoltre un aiuto per riscoprire le risorse di amore presenti dentro di loro ed attorno a loro, spesso sopite da tante vicissitudini della vita. Si percepisce una maggiore vicinanza della Chiesa alle famiglie, soprattutto a quelle che si trovano a vivere maggiori difficoltà, proprio a partire da quando papa Francesco ha voluto porre al centro dell’attenzione pastorale della Chiesa la famiglia. La centralità dell’amore e la necessità di una preparazione più adeguata al sacramento del matrimonio sono molto apprezzate e stanno divenendo oggetto di un nuovo orientamento pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie.

Dal suo osservatorio, come valuta l’accoglienza dell’Esortazione post-sinodale nei vari continenti?
A pubblicazione avvenuta la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi ha chiesto alle Conferenze episcopali di tutto il mondo ed anche ai singoli vescovi di inviare informazioni sulla ricezione del documento. Si domandava pure di segnalare le iniziative intraprese per l’approfondimento e l’applicazione dei suoi contenuti. Sino ad oggi è pervenuto un buon numero di risposte che è in continuo aumento. Vorrei sottolineare il contributo della Conferenza episcopale italiana (Cei), che presenta innumerevoli iniziative di qualità promosse da tutte le componenti del panorama ecclesiale del Paese. Nelle risposte pervenute si evidenzia come in molte parti del mondo si siano organizzati incontri, seminari di studio, convegni e assemblee sull’Esortazione apostolica postsinodale. Invitato personalmente a tenere conferenze e relazioni sul Sinodo e sull’Amoris laetitia, ho partecipato ad alcune di queste iniziative, sia in Italia che all’estero, e quindi sono testimone che i vescovi sono molto attenti ed impegnati nel promuovere la ricezione del documento pontificio da parte dei presbiteri e di tutto il popolo di Dio. La pastorale in genere e quella della famiglia in particolare ne ha avuto grandi benefici, in particolare le parrocchie, i gruppi e i movimenti che si occupano della famiglia. Non meno rilevanti sono le indicazioni concrete date da diversi episcopati circa le modalità di applicazione del documento, in particolare per quanto riguarda il capitolo VI, circa le prospettive pastorali, e il capitolo VIII, concernente l’accompagnamento, il discernimento e l’integrazione delle persone che vivono in situazioni di fragilità. È rilevante che l’Amoris laetitia ha suscitato notevole interesse dentro e fuori della Chiesa con un’accoglienza generalmente positiva. Essa costituisce un dono per i credenti, un grande aiuto per le persone che si interrogano sul significato del matrimonio nei contesti dei vari paesi.

Ci può indicare tre punti dell’Esortazione che, a suo parere, non sono stati ancora adeguatamente scandagliati?
Al di là di quanto viene riportato dai media, che puntano l’attenzione quasi esclusivamente sul capitolo VIII, in realtà, la ricchezza e l’ampiezza dei contenuti dell’Amoris laetitia è tale che essa si presenta come un tesoro da cui si può attingere a piene mani. Certo che ci vorrà tempo per scandagliarne tutta la sua portata. Mi riferisco, per esempio, alle indicazioni che papa Francesco propone circa la spiritualità della vita familiare che possono essere ulteriormente approfondite. Spesso ci si ferma ai problemi con cui la famiglia si trova confrontata e si cerca una soluzione in chiave sociologica. Si dimentica che solo una spiritualità profonda, ancorata nella persona di Gesù e nella lettura della Parola, potrà fornire la base necessaria affinché la vita familiare si costruisca in maniera solida. Anche le proposte che il Papa suggerisce circa l’educazione dei figli costituiscono una luce non indifferente per quanti sono impegnati in questo campo. E non solo per i genitori, ma anche per tutti gli educatori. Anche in questo ambito papa Francesco parla con un linguaggio immediato, a partire dall’esperienza della vita quotidiana. Parla di situazioni concrete, comprensibili da tutti e indica strade che tutti possono seguire. Recentemente, nella visita alla città di Milano, rispondendo alla domanda di una coppia di genitori durante l’incontro tenutosi allo stadio con i cresimandi, papa Francesco ha sottolineato l’importanza dell’esempio da dare, dicendo che i bambini nelle famiglie captano tutto, gioie, tristezze, preoccupazioni. Sono intuitivi e sanno tirare conclusioni che possono incidere sulla loro crescita. E raccomanda di aver cura del loro cuore, della loro gioia, della loro speranza.

Lei che ha analizzato in profondità le richieste sintetizzate nei questionari inviati alla Segreteria del Sinodo da ogni parte del mondo, si sente di affermare che la Chiesa, con la Relazione finale e poi con Amoris laetitia, abbia fornito risposte adeguate a quanto auspicato dalla “base”?
Sono convinto che il Sinodo sulla famiglia, svoltosi in due tappe e conclusosi con l’Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, ha dato una risposta pastorale forte che ha toccato tutta la Chiesa, a partire dalla base, che l’auspicava ardentemente. L’applicazione richiede tempo, c’è bisogno di adeguare le pastorali esistenti ad una visione ampia e integrativa nel rispetto dei contenuti della fede e delle situazioni delle persone e delle istituzioni di oggi.

È vero che nelle risposte ai questionari ci sono state anche richieste molto più “avanzate”, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione della situazioni difficili, rispetto a quanto poi deciso?
Quanto è emerso dalle risposte ai questionari è confluito negli Instrumentum laboris rispettivi dei due Sinodi e ne è stato tenuto conto dai padri sinodali delle due Assemblee senza preclusioni. Come risulta dall’Amoris laetitia, il Papa ne ha usufruito abbondantemente anche con lunghe citazioni.

Rispetto a Familiaris consortio, ritiene che Amoris laetitia possa essere definita più efficacemente “evoluzione coerente” o “progressione coraggiosa”?
Penso che, coerentemente con quanto avviene nella Tradizione della Chiesa, Amoris laetitia sia in continuità con il magistero precedente, e quindi anche con la Familiaris consortio, che viene citata 27 volte, 21 in maniera diretta più altre 6 volte all’interno di altri documenti riportati nel testo.

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