sabato 19 settembre 2020
Claudio Sinibaldi, 36 anni, nato nella cittadina laziale balzata alle cronache per l'omicidio di Willy, diventa oggi sacerdote
Claudio Sinibaldi, 36 anni, viene oggi ordinato sacerdote

Claudio Sinibaldi, 36 anni, viene oggi ordinato sacerdote - Costantino Coros

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Con i passi dell’umiltà sulle strade della vita. Questo è il sentimento che accompagna Claudio Sinibaldi, un giovane di 36 anni nato a Colleferro che oggi pomeriggio sarà ordinato sacerdote nel piazzale davanti la cattedrale di San Clemente a Velletri. Colleferro, città ultimamente alla ribalta delle cronache nazionali per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte di Paliano, un ragazzo di 21 anni ucciso a botte da un gruppo di giovani di Artena, nella notte tra il 5 e il 6 settembre, mentre cercava di portare pace in una lite. Per Claudio Sinibaldi è stata un’occasione per riflettere e domandarsi cosa potrà fare lui come sacerdote a servizio di tutta la comunità della diocesi di Velletri-Segni.

"Intanto ci tengo a dire che Colleferro non è così come è stata e viene descritta. Si tratta di un fatto che poteva capitare ovunque. Un ragazzo che non c’entrava nulla e si è sacrificato per qualcun altro, questo è un seme di speranza, significa che c’è qualcuno che ancora riesce a dare la vita per il prossimo", racconta con emozione Claudio, mentre si trova nella quiete del chiostro della cattedrale.

"A proposito della violenza che c’è stata contro Willy, secondo me, molto dipende dal non senso che pervade l’esistenza di tante persone. Quando non c’è qualcosa che riempie la giornata, il vuoto viene occupato dalla prepotenza e dall’egoismo e da tutto ciò che genera odio". Per il giovane Claudio "La soluzione è quella di stare accanto alle persone. Sicuramente è difficile stare vicino a tutti e ciascuno. Però penso che bisogna creare le giuste occasioni. Basterebbe semplicemente dedicare tempo all’ascolto. Certo questo non risolve tutto. Nel caso di quei quattro ragazzi probabilmente non si sarebbero create nemmeno le opportunità per poterci parlare. Ci stiamo riferendo a qualcosa che proviene da un contesto familiare e culturale che va oltre quello che noi possiamo fare". Però non bisogna cedere, anzi è necessario lavorare per "non far mancare l’ascolto verso i giovani e la famiglia. Se non c’è questo, il vuoto e il non senso della vita sicuramente rimangono e vengono occupati da ciò che porta aggressività".

Per Claudio stare da sacerdote nella città significa essere operosi nella vicinanza e nell’ascolto di qualsiasi persona senza fare differenze. Questo insegnamento ci viene dato dall’esempio di don Roberto Malgesini, ucciso a coltellate martedì scorso in piazza San Rocco, a Como: "Mettersi in gioco nel donare la propria vita verso chi ha bisogno".

Guardando alla figura di papa Francesco, Sinibaldi si sente ispirato e motivato dalla capacità del pontefice di far riscoprire la tenerezza di Dio e da quell’atteggiamento coraggioso nel mettere mano alla riforma della Curia. "Il Papa non si risparmia e se c’è qualcosa da migliorare interviene con spirito positivo per il bene del popolo di Dio", ha aggiunto Claudio ormai pronto per abbracciare Gesù come sacerdote.

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