sabato 20 marzo 2010
Il presule è morto al Policlinico Gemelli dove era ricoverato per combattere un tumore, scoperto soltanto tre mesi fa
Ad aprile avrebbe compiuto 56 anni. Era alla guida della diocesi dal febbraio 2007. Salesiano, grande appassionato dei beni culturali e autore di numerose pubblicazioni, era stato ordinato sacerdote nel 1984.
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La diocesi di Civitavecchia-Tarquinia piange il suo vescovo, monsignor Carlo Chenis, morto ieri pomeriggio per un tumore. Da qualche giorno si trovava ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico Gemelli di Roma, nel tentativo di combattere il male che, partito dal pancreas, aveva ormai intaccato anche altri organi. Era stato lo stesso vescovo a darne notizia ai suoi fedeli in una lettera il 26 gennaio scorso. «Pochi giorni prima di Natale mi hanno riscontrato un invasivo tumore – scriveva Chenis, allora ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano –. Sono entrato nel tunnel chemioterapico per tentare di arginare la malattia per quanto clinicamente possibile». Una malattia affrontata con serenità «soprattutto sotto il profilo religioso, ma anche sotto quello psicologico» scriveva ancora monsignor Chenis a proposito della «sentenza» medica. Ieri alle 15,45 il tumore ha stroncato anche le ultime forze, lasciando la diocesi nel dolore. Poche ore prima della morte aveva ricevuto la visita del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma.Monsignor Carlo Chenis, nato a Torino il 20 aprile 1954 (avrebbe compiuto tra un mese 56 anni), aveva fatto il suo solenne ingresso il 24 febbraio 2007, dopo essere stato nominato vescovo da Benedetto XVI il 21 dicembre 2006 e ordinato nel Tempio di don Bosco a Roma il 10 febbraio 2007 dal segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone. Salesiano dal 1971 e sacerdote dal 1984, monsignor Chenis ha sempre avuto una grande passione per i beni culturali e artistici. Licenziato in filosofia alla Università Pontificia Salesiana, si laureò in materie letterarie con specializzazione in scienze artistiche all’Università di Torino. E nel mondo universitario iniziò la sua azione pastorale sia come docente di filosofia alla Università Salesiana, sia ricoprendo numerosi incarichi nel settore amministrativo accademico. Nel maggio 1995 venne nominato membro della Commissione artistico-culturale del Giubileo del 2000, ricevendo nel luglio dello stesso anno prima la nomina a segretario della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa e poi a settembre quella di membro della Pontificia commissione di archeologia sacra. Un impegno che in questo campo lo ha portato a pubblicare oltre 500 titoli sia nel settore specifico dei beni culturale, sia in quello della filosofia teoretica.Nell’azione pastorale si è interessato molto della vita religiosa sia attiva sia contemplativa. Dal 1985 è stato cappellano della Casa generalizia e del noviziato delle Suore Mercedarie e ha svolto corsi di esercizi spirituali per religiosi, religiose e laici, in particolare giovani. Un’attenzione, quella rivolta ai ragazzi, che lo ha impegnato sin dagli anni della sua stessa formazione. Prima della sua nomina a vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, subentrando a monsignor Girolamo Grillo dimissionario per limiti d’età, monsignor Chenis svolgeva il ministero pastorale nella parrocchia di Santa Emerenziana a Roma. Da poco più di tre anni guidava la diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, a cui, nel momento della malattia, non ha voluto far mancare il proprio pensiero: «In questi giorni posso comunicare poco – scriveva ai suoi fedeli –. Posso solo offrirvi una sofferta prece e un fraterno abbraccio». Un abbraccio che la diocesi si appresta a restituirgli già da questa sera, quando intorno alle 18 le spoglie mortali del vescovo giungeranno nella Cattedrale di Civitavecchia, provenienti dal Policlinico Gemelli, nella cui cappella, oggi dalle 9 alle 17, sarà allestita la camera ardente.
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