sabato 9 ottobre 2010
Le Chiese cattoliche di rito orientale «possono offrire un peculiare e rilevante contributo al cammino ecumenico»: lo ha detto Papa Benedetto XVI, ricevendo oggi in udienza i partecipanti al convegno promosso nel ventennale del Codex Canonum Ecclasiarum Orientalium. Il Pontefice domenica aprirà il Sinodo dei vescovi dedicato proprio alla situazione dei cristiani in Medio Oriente.
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Le Chiese cattoliche di rito orientale «possono offrire un peculiare e rilevante contributo al cammino ecumenico»: lo ha detto Papa Benedetto XVI, ricevendo oggi in udienza i partecipanti al convegno promosso nel ventennale della pubblicazione del Codex Canonum Ecclasiarum Orientalium, che regola la vita delle comunità orientali fedeli al Papa, dai melchiti ai caldei, dagli armeni ai siriaci, riunificatisi nei secoli con Roma.«La già realizzata unione piena delle Chiese orientali cattoliche con la Chiesa di Roma non deve comportare per esse una diminuzione della propria autenticità ed originalità», ha aggiuto il Pontefice, che domenica aprirà il Sinodo dei vescovi dedicato proprio alla situazioni dei cristiani in Medio Oriente. «Pertanto – ha detto ancora Papa Ratzinger – compito di tutte le Chiese orientali cattoliche è quello di conservare il comune patrimonio disciplinare e alimentare le tradizioni proprie, ricchezza per tutta la Chiesa». Inoltre, ha osservato il Pontefice, «nell'ambito dell'attuale impegno della Chiesa per una nuova evangelizzazione, il diritto canonico, come ordinamento peculiare ed indispensabile della compagine ecclesiale, non mancherà di contribuire efficacemente alla vita e alla missione della Chiesa nel mondo, se tutte le componenti del Popolo di Dio sapranno saggiamente interpretarlo e fedelmente applicarlo».
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