martedì 11 novembre 2014
​La Conferenza Episcopale ha stanziato 2,3 mila euro per finanziare un'Ateneo cattolico che sorgerà nel Kurdistan iracheno. Un milione di euro andrà ai profughi.
Il progetto dei gemellaggi tra famiglie
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Il grazie dei cattolici caldei alla Chiesa italiana risuona nell’assemblea della Cei per bocca di monsignor Bashar Matti Warda, arcivescovo di Erbil. «Ci siete stati molto vicini. È la prima volta che una Chiesa grida per difendere i nostri diritti. Vi prego, per favore, continuate questo grido perché i nostri cristiani perseguitati non si sentano anche dimenticati». L’applauso dei 233 vescovi presenti sottolinea le sue parole. Un quarto d’ora, in arabo, con la traduzione di un sacerdote, ma bastano al presule caldeo per descrivere la drammatica situazione. «Quello dell’Is è un genocidio», ha detto, riecheggiando l’espressione usata lunedì dal cardinale Angelo Bagnasco (che alla fine dell’intervento lo ha salutato a nome di tutti, assicurando che «i vescovi italiani terranno alta la voce dei cristiani perseguitati»). «È un vero disastro – ha aggiunto Warda –. L’inverno sta arrivando e non sappiamo come fare». Il 7 agosto scorso, ha ricordato il vescovo, «abbiamo accolto 120mila profughi in 24 ore». Intanto «sono arrivate donazioni per circa tre milioni di dollari con cui abbiamo dato da mangiare, da bere, vestiti e medicine a chi ne ha bisogno, alloggio a chi non ha un’abitazione». Attualmente 407 famiglie di profughi sono state trasferite dalle tende a case provvisorie e sono stati affittati 1.200 appartamenti per famiglie ricoverate nelle scuole: su 11 scuole, 5 sono state restituite alla loro funzione. Ma ci vorranno anni, ha concluso Warda, per tornare alla normalità, tanto che si sta pensando a costruire delle vere e proprie case per i profughi. Il vescovo è stato invitato all’Assemblea dopo la visita compiuta dal segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, a Erbil in ottobre. Ieri ai giornalisti Galantino ha ricordato che la Cei ha stanziato un milione di euro per i profughi e 2,3 milioni per costruire una università a Erbil. «Il futuro non si può costruire senza cultura», ha osservato, citando anche i gemellaggi in atto tra famiglie, parrocchie e sacerdoti italiani e irachene. Infine a chi gli chiedeva di un possibile viaggio del Papa in Kurdistan, ha risposto: «Non sono l’organizzatore dei viaggi papali, ma mi piacerebbe che il Papa prendesse in considerazione l’ipotesi di una visita. E se lui viene a sapere bene come stanno le cose, e qualche notizia l’ha già avuta, penso che non potrà negare la sua vicinanza».
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