sabato 11 aprile 2020
Il messaggio congiunto del vescovo Spreafico, del metropolita ortodosso Ghennadios e del pastore Negro
«Non abbiate paura». Le Chiese a una voce sola di fronte al contagio
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Sentiamo «il bisogno di tornare ad esprimerci insieme pronunciando una parola comune di fronte alla pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero» e che «condizionerà pesantemente le celebrazioni pasquali delle Chiese cristiane, con il rischio di offuscare quel sentimento di gioia che è tipico del tempo pasquale». Lo scrivono il vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, il metropolita Ghennadios, arcivescovo 0rtodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa meridionale (Patriarcato ecumenico) e il pastore battista Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), soliti firmare un messaggio congiunto per presentare il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, a fine gennaio.

Commentando il brano del Vangelo che sarà letto stasera nella liturgia della Veglia, i tre sottolineano che in «Matteo la resurrezione di Gesù viene annunciata prima da un terremoto e subito dopo dall’angelo del Signore che fa rotolare la grossa pietra del sepolcro, provocando in tutti i presenti – guardie e “pie donne” – un grande spavento».

Così «anche in questo tempo di contagio, vogliamo raccogliere l’invito dell’angelo e poi di Gesù stesso, “Non abbiate paura”. Nel rispetto delle norme di prudenza a cui dovremo continuare a sottostare per impedire la diffusione della pandemia, come Chiese ci sentiamo chiamate ad essere, come le pie donne, annunciatrici della risurrezione, del fatto che la morte non ha l’ultima parola: “O morte, dov’è la tua vittoria?”, accogliendo il dono del Cristo morto e risorto: la trasformazione, il rinnovamento e la rinascita.

Questa pandemia rafforza altresì in noi la vocazione ad essere insieme, in questo mondo diviso e al contempo unito nella sofferenza, testimoni dell’umanità e dell’ospitalità, attenti alle necessità di tutti e particolarmente degli ultimi, dei poveri, degli emarginati. Con un sentimento di gratitudine speciale a Dio per i tanti che si prodigano senza sosta a fianco di chi soffre.

Anche se l’incontro tra le diverse Chiese in queste settimane è diventato per forza di cose virtuale, vogliamo raccogliere l’invito di Papa Francesco, del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, del Consiglio Ecumenico delle Chiese e della Conferenza delle Chiese Europee a unirci nella preghiera con le parole che Gesù ci ha insegnato: “Padre nostro che sei nei cieli… liberaci dal Male”».

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