mercoledì 2 ottobre 2013
Il Pontefice ha comunicato la decisione al presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. «Accolgo con gratitudine la scelta - scrive Crociata in una nota - assicurando, insieme all'impegno di continuare questo servizio con spirito di profonda appartenenza ecclesiale, la mia piena disponibilità».
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Era attesa ed è arrivata. La proroga di monsignor Mariano Crociata nell’incarico di segretario generale della Cei, comunicata ieri dal Papa, dà continuità ad un quinquennio che ha visto il vescovo siciliano al timone della Conferenza episcopale italiana in un momento particolarmente importante e delicato. Entrato in carica il 20 ottobre 2008 (succedendo a Giuseppe Betori nominato arcivescovo di Firenze), Crociata si è subito misurato con due tra i documenti caratterizzanti l’azione pastorale dei vescovi italiani nell’ultimo periodo: Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno, che porta la data del febbraio 2010, e Educare alla vita buona del Vangelo, testo fondante degli Orientamenti per il decennio in corso, uscito nell’ottobre di quello stesso anno.A entrambi i testi il presule ha dato il proprio contributo di idee e di lavoro. Avvalendosi nel primo caso, lui uomo e sacerdote del Sud, anche della propria personale esperienza sul campo (prima nella natia diocesi di Mazara del Vallo, poi a Noto, dove è stato vescovo). E offrendo, invece, per quanto riguarda il secondo documento, oltre alla collaborazione nella stesura, anche un impulso che potremmo definire "applicativo". In questi anni, infatti, monsignor Crociata si è speso, con la sua presenza nelle diverse diocesi, per calare il testo nella vita ecclesiale del territorio e favorirne una ricezione attiva e consapevole.Quei due documenti possono essere assunti anche a paradigma dell’azione della Chiesa italiana in questo periodo di crisi morale ed economica insieme. Monsignor Crociata, infatti, è stato il fedele e intelligente esecutore di una linea pastorale condivisa che ha portato i vescovi della Penisola (sotto la guida del cardinale presidente, Angelo Bagnasco) da un lato a fare proprio l’appello di Benedetto XVI circa la necessità di dare risposta all’emergenza educativa (e gli Orientamenti pastorali ne sono appunto la prova); dall’altro a intensificare l’azione di solidarietà nei confronti dei più poveri (un’azione che ha trovato subito una profonda sintonia con il magistero di Papa Francesco). In sostanza sono state dette parole chiare sulle questioni fondamentali del Paese, a partire proprio dalla constatazione (centrale nel documento sul Mezzogiorno) che «l’intera nazione conservi e accresca ciò che ha costruito nel tempo».Questa linea, infatti, è del tutto in sintonia con la visione ecclesiologica del segretario generale della Cei, convinto assertore del cattolicesimo popolare che ha sempre connotato l’Italia. Il vescovo ne ha parlato anche nel libro Pensare da credenti, giunto recentemente in libreria per i tipi della San Paolo, in cui afferma che i cristiani non sono come chi sta a guardare dall’alto, ma parte in causa, dentro il processo. E dunque che una autentica spiritualità non può non coniugarsi con la presenza sociale e con il dialogo sui temi della cultura.Anche il coordinamento del lavoro degli uffici della Cei è stato figlio di questa visione ecclesiologica. «La Cei non è una super struttura rispetto alle diocesi, ma sta al loro servizio come supporto al lavoro pastorale», ha detto anche di recente Crociata, presentando ai giornalisti il frutto dei lavori del Consiglio permanente. Ciò che è apparso evidente in occasione di grandi eventi come le Gmg o le Settimane sociali. Adesso sullo sfondo c’è il Convegno ecclesiale decennale di Firenze del 2015. Un’ulteriore occasione per Educare alla vita buona del Vangelo da parte di una Chiesa viva e vicina alla gente.​
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