martedì 23 luglio 2013
​Tre mattine dedicate alla riflessione, preceduta da canti e preghiera. La "sete di speranza" e l'essere "discepoli di Cristo" fra i temi trattati.
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​Non avranno magari l’appeal dei grandi incontri collettivi col Papa, ma è va detto che le catechesi sono il baricentro educativo di ogni Gmg. Quelle che stanno per prendere il via in 300 luoghi di Rio (parrocchie, scuole, centri giovanili) sono infatti il momento nel quale i giovani possono “spegnere” per qualche ora la curiosità per tutto ciò che di nuovo li circonda (e a Rio è davvero tanto) e concentrarsi su se stessi, la loro vita, la loro fede. Che è poi il vero motivo che li ha condotti sin qui, non di rado a prezzo di sacrifici e rinunce. Dunque tre mattine – da mercoledì a venerdì – consacrate alla riflessione su altrettanti temi comuni a tutti: anzitutto “Sete di speranza, sete di Dio”, poi “Essere discepoli di Cristo” e nella giornata conclusiva di questo trittico formativo “Essere missionari: ‘Andate!’”. La scansione dei tempi prevede che a una breve animazione con canti per “scaldare” l’ambiente e a un momento di preghiera segua un’ampia riflessione guidata da un vescovo-catechista, secondo lo spartito di una meditazione colloquiale. Dunque non una lezione, né un’omelia, ma la consegna ragionata di appunti di vita cristiana alla luce del tema della Gmg (“Andate e fate discepoli tutti i popoli”, il versetto che chiude il Vangelo di Matteo in proiezione missionaria). Al termine della riflessione – spesso inframezzata da altri canti e dalla preghiera – il vescovo celebra la Messa che conclude la mattinata. In tutto 4 ore, un impegno molto significativo, se si pensa all’attenzione che richiede il sapersi mettere di fronte a se stessi. La disponibilità che ciascuno ha mostrato mettendosi in viaggio verso Rio infatti diventa nelle mattinate di catechesi apertura piena alla voce di Dio, che parla a ciascuno attraverso gli spunti proposti dal vescovo. Quindici le catechesi per i 7.600 pellegrini italiani ufficialmente iscritti, tutte in parrocchie dislocate tra Copacabana (la comunità di San Paolo, sede di Casa Italia e della catechesi centrale) e il vicino quartiere di Tijuca. I vescovi catechisti italiani fanno parte del gruppo di una quarantina di nostri presuli che ha accompagnato in Brasile i giovani della propria diocesi e di altre Chiese locali e movimenti: i cardinali Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, e Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia Vincenzo Paglia, il segretario generale del nostro episcopato Mariano Crociata, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, vicepresidente della Cei, Cesare Nosiglia (arcivescovo di Torino), il presidente della Commissione Ce per la famiglia e il laicato Enrico Solmi (vescovo di Parma), Gianni Ambrosio (vescovo di Piacenza-Bobbio), Mario Delpini (ausiliare di Milano), Bruno Forte (arcivescovo di Chieti-Vasto), Claudio Giuliodori (assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica), Arrigo Miglio (arcivescovo di Cagliari), Domenico Sigalini (vescovo di Palestrina e assistente generale dell’Azione Cattolica) e monsignor Giacinto Marcuzzo, vescovo ausiliare di Gerusalemme, mentre il rettore della Lateranense Enrico Dal Covolo, previsto in un primo momento, è stato impossibilitato a partire.
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