venerdì 24 maggio 2019
Messaggio alla comunità scientifica in occasione del 4° anniversario dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco
Uno striscione degli studenti nella manifestazione Fridays for future oggi a Roma (Fotogramma)

Uno striscione degli studenti nella manifestazione Fridays for future oggi a Roma (Fotogramma)

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«Bisogna fare appello ai leader politici ad essere molto più coraggiosi e ad ascoltare il grido drammatico che si leva dalla comunità scientifica e dal movimento dei giovani per il clima». Sono le parole del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, in un messaggio alla comunità scientifica in occasione del 4° anniversario dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. IL TESTO INTEGRALE

La Laudato si', scrive Turkson, voleva essere «un incoraggiamento ai lavori del vertice Cop21, che avrebbe condotto allo storico Accordo di Parigi sul clima, volto a mantenere la temperatura media della superficie del pianeta «ben al di sotto di 2°C» e a "intensificare gli sforzi" per limitare addirittura l’aumento a 1,5°C. Il Rapporto speciale Ipcc 2018 sulla logica e sulla fattibilità del limite a 1,5°C ci avverte che abbiamo soltanto circa un decennio per riuscire ad arginare questo riscaldamento globale» ricorda Turkson.

«La soglia di 1,5°C – evidenzia il porporato – è una soglia fisica critica, in quanto consentirebbe ancora di evitare molti impatti distruttivi dei cambiamenti climatici causati dall’uomo, come la regressione delle principali calotte glaciali e la distruzione della maggior parte delle barriere coralline tropicali». In particolare «salvaguarderebbe probabilmente la nostra casa comune dal trasformarsi in una "serra". Con il riscaldamento globale di circa 1°C verificatosi dalla rivoluzione industriale, stiamo già assistendo al grave impatto dei cambiamenti climatici sulle persone, in termini di condizioni meteorologiche estreme, quali siccità, inondazioni, innalzamento del livello del mare, tempeste devastanti e feroci incendi».

Per il cardinale «la crisi climatica sta raggiungendo proporzioni senza precedenti. L’urgenza, pertanto, non potrebbe essere maggiore». Non solo: «La soglia di 1,5°C è anche una soglia morale: si tratta dell’ultima possibilità di salvare tutti quei Paesi e i molti milioni di persone vulnerabili che si trovano nelle regioni costiere. Sono i poveri a pagare il prezzo più alto dei cambiamenti climatici». Perciò, «dobbiamo rispondere con coraggio alle "grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri"». Infine, «quella di 1,5°C» è anche «una soglia religiosa. Il mondo che stiamo distruggendo è il dono di Dio all’umanità, proprio quella casa santificata dallo Spirito divino (Ruah) all’inizio della creazione, il luogo dove Egli ha piantato la sua tenda in mezzo a noi».

«Il richiamo allarmante degli scienziati ad agire per prenderci cura della nostra casa comune che va in pezzi è anche sostenuto da un appello molto potente che viene dalle giovani generazioni, il cui futuro è minacciato» e «vi è un attivo movimento di alunni e studenti che si leva in tutto il mondo. Alla Giornata mondiale della gioventù a Panama, quest’anno, i giovani hanno lanciato la ‘Generazione Laudato si’» e pubblicato un potente manifesto, che sfida le comunità di fede e la società civile a una radicale conversione ecologica in azione».

«Negli ultimi mesi, i giovani sono diventati sempre più espliciti, come si rileva, ad esempio, negli imponenti "scioperi per l’ambiente" – prosegue il porporato -. La loro frustrazione e rabbia verso la nostra generazione è palese. Rischiamo di finire per derubarli del loro futuro, nonché "lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia"».

Secondo il cardinale, perciò, «è il momento di concertare un intervento»: «Dovremo tutti operare un cambiamento radicale del nostro stile di vita, dell’uso dell’energia, dei consumi, del trasporto, della produzione industriale, dell’edilizia, dell’agricoltura, ecc. Ciascuno di noi è chiamato ad agire. Ma dobbiamo anche entrare in azione insieme, a partire dai governi e dalle istituzioni fino alle famiglie e alle persone: abbiamo bisogno di tutte le braccia disponibili. Ci servono "i talenti e il coinvolgimento di tutti" per affrontare questa crisi e sconfiggere i potenti interessi che ostacolano la nostra risposta collettiva significativa a questa minaccia senza precedenti contro la nostra civiltà».

Di qui la sollecitazione: «È bene unirsi agli scienziati e ai giovani nel sollecitare la nostra famiglia umana, soprattutto quanti si trovano in posizioni di potere politico ed economico, ad intraprendere interventi drastici per cambiare rotta». In particolare, «bisogna fare appello ai leader politici ad essere molto più coraggiosi e ad ascoltare il grido drammatico che si leva dalla comunità scientifica e dal movimento dei giovani per il clima». Per affrontare questa crisi climatica allarmante «bisogna mobilitare volontà e decisione, nonché risorse economiche su vasta scala. È stato fatto in occasione della crisi finanziaria del 2007-2008 per salvare le banche: non è possibile rifarlo ora per salvare la nostra casa comune, il futuro dei nostri figli e delle generazioni future?».

«C’è ancora speranza, tanta speranza, c’è ancora il tempo per agire ed evitare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici», ma «dobbiamo "rinnovare" le migliori risorse della nostra natura umana, le innate virtù d’amore, compassione, generosità e altruismo» conclude Turkson.

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