venerdì 24 febbraio 2017
«L’uomo e il profeta» è il titolo della puntata, ma anche la sintesi della vita di uno straordinario pastore e uomo del dialogo
1983, Santuario della Madonna del Bosco (Fondazione Carlo Maria Martini)

1983, Santuario della Madonna del Bosco (Fondazione Carlo Maria Martini)

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È dedicato al cardinale Carlo Maria Martini, al suo magistero, alle sue profezie, il prossimo appuntamento di «Sulla Via di Damasco», programma di monsignor Giovanni D’Ercole e Vito Sidoti, in onda sabato 25 febbraio, su Rai Due, alle ore 7,45 (con replica mercoledì in terza serata).

«L’uomo e il profeta» è il titolo della puntata, ma anche la sintesi della vita di uno straordinario pastore e uomo del dialogo; profondo e grande nella fede, protagonista del nostro tempo, ha saputo raccogliere dalla cattedra della vita i segni profetici della Chiesa del nuovo millennio. A scandirne il racconto, una lunga intervista allo scrittore e biografo Marco Garzonio, legato al cardinale da una consuetudine trentennale.

Insieme al regista Ermanno Olmi è autore del film documentario su Martini presentato in anteprima nei giorni scorsi tra le navate del Duomo di Milano.

L’intervista a Garzonio si snoda intorno a tre momenti fondamentali della vita del Cardinale teologo: il mandato episcopale di Milano in uno dei periodi più difficili per l’Italia (sono gli anni del terrorismo, della crisi economica, tangentopoli) con il lascito spirituale per la città; l’appello di Martini ad un nuovo umanesimo contro le nuove pestilenze che affliggono le città e il nostro tempo: violenza, solitudine esistenziale, corruzione delle coscienze e del costume; il periodo della malattia, quando l’uomo della Parola perde la voce, ma non smette di servire e di amare la sua Chiesa esortandola impietosamente a ravvivarsi per affrontare le nuove sfide della modernità.

In chiusura, una breve conversazione con padre Damiano Modena il segretario che lo ha accompagnato fino agli ultimi momenti di vita. Nel suo ricordo, l’alto senso di umanità mostrato verso tutti, poveri, malati e sofferenti che incontrava, perseverante nell’amore e nella carità anche nella prova del dolore.

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