lunedì 27 ottobre 2014
​​Dal presidente della commissione episcopale per il Lavoro una lettera ai precari e un appello alle istituzioni a sciogliere questo "terribile nodo" che grava sui giovani togliendo loro la speranza.
Il testo integrale della lettera
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"La precarietà non è aridità, ma attesa. Arido è stato semmai quel sistema che ha sciupato inutilmente tante risorse, rubando la speranza che in voi va soltanto ridestata e rilanciata". È quanto ha scritto in una lettera indirizzata ai precari monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro e vescovo di Campobasso-Bojano. La lettera è stata letta domenica nell'ultima giornata del convegno nazionale "Nella precarietà, la speranza" che si è svolto a Salerno, dallo stesso  Bregantini. Nella lettera, il vescovo ha rivolto un appello a tutte le istituzioni: dalle parrocchie, al sindacato alle banche "per ripulire l'orizzonte futuro, in modo da guardare avanti senza più rabbie, nè senso di sconfitta, nè ostacoli, che fino ad oggi hanno reso il nostro Paese incapace di sviluppo, di sciogliere questo terribile nodo". Un altro passaggio della lettera è dedicato al tema delle delocalizzazioni. "Chiediamo al mondo industriale di restare fortemente innamorato di questa nostra terra italiana, superando la facile tentazione di delocalizzare" dice monsignor Bregantini. "È fondamentale la modernizzazione di un piano industriale più organico da parte di una politica responsabile, capace di difendere i nostri stabilimenti, garantendo posti di lavoro per tutti. La precarietà si vince insieme" creando "un patto di fiducia tra le parti, superando ogni logica di scarto ed esclusione".
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