sabato 26 agosto 2017
Una decina di monaci giapponesi in visita alla comunità religiosa di Buccinasco
Benedettini e buddhisti insieme per don Giussani
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Il senso religioso attraverso i canti delle tradizioni cristiana e buddhista. I due “mondi”, apparentemente lontani, si sono incontrati venerdì mattina nella comunità monastica alla Cascinazza di Buccinasco, nella Bassa milanese, scambiandosi le rispettive esperienze di fraternità seguendo un comune filo conduttore: la ricerca dell’infinito e l’invocazione del mistero. Una decina di monaci buddhisti della scuola Shingon Mykkyo del Monte Koya (a sud di Osaka, in Giappone) guidati dal maestro dei novizi Shodo Habukawa è stata ospite dei benedettini. I "bonzi" hanno eseguito alcuni inni Shomyo secondo le antiche usanze spirituali del loro monastero, fondato nel IX secolo da Kobo Daishi. I seguaci di san Benedetto appartenenti al priorato dei Santi Pietro e Paolo (sedici monaci e cinque novizi) hanno risposto – spiazzando i presenti – con due cori alpini che mostrano nelle parole «lo stupore dell’uomo di fronte alla bellezza»: La cieseta di Transacqua e Il canto della sposa. Sono seguite poi tre canzoni popolari napoletane come Torna a Surriento, Torna maggio e la classica O’ sole mio che ha commosso gli ospiti giapponesi. Che cosa c’entrano questi brani con il senso religioso? «È la realtà che suggerisce la felicità: tutto è positivo quando uno è amato e ama...», è stata la spiegazione dei benedettini.

Non sono mancati i canti gregoriani: un Inno di Natale incentrato sul mistero che si è fatto carne, il Canto dei Re Magi e un coro su Gesù risorto che va a trovare Pietro sul lago di Tiberiade, dove la voce dei monaci ha riecheggiato il rumore di una barca che va sulle onde. Al termine dei canti, l’impegno del maestro Shodo Habukawa e del priore Sergio Massalongo alla preghiera comune nei rispettivi monasteri per la pace nel mondo.
L’amicizia tra le due realtà monastiche nacque esattamente 30 anni fa in occasione del primo incontro tra don Luigi Giussani (uno dei fondatori del priorato di Buccinasco) e il teologo Habukawa, entrambi docenti universitari e studiosi del senso religioso. Prima di congedarsi per rientrare in Giappone, Habukawa ha regalato a ognuno dei “colleghi” monaci italiani un kana, sillabario dove sono stampate in lingua giapponese le parole «Aprite il vostro cuore a tutto ciò che esiste nel mondo».

Nella tavola dipinta a mano dallo stesso Habukawa (che domenica è andato a pregare alla tomba del suo amico sacerdote brianzolo a Milano) ha scritto un commento, «Questo è l’insegnamento più grande di monsignor Giussani», e un pensiero: «Le montagne, i fiumi, le piante, gli alberi e tutto ciò che esiste nel mondo appartengono all’unico essere che dà la vita, cioè il mistero che crea comunione tra tutti gli esseri e l’eternità, e di cui anche noi siamo parte». Ai buddhisti i benedettini hanno donato un dipinto (realizzato da padre Fabio) che raffigura una farfalla e un fiore (ricordando un antico proverbio giapponese) e bottiglie di birra che loro stessi producono alla Cascinazza.

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