sabato 14 aprile 2018
Il quattordicenne venne ucciso in odio alla fede il 13 aprile 1945 da un gruppo di partigiani accecati dall’ideologia comunista che lo sequestrarono e lo sottoposero a torture orribili
Rolando Rivi, giovanissimo martire (Ansa)

Rolando Rivi, giovanissimo martire (Ansa)

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Questa domenica, 15 aprile, alle 17.30, a San Valentino di Castellarano in provincia di Reggio Emilia, il vescovo Massimo Camisasca presiederà la Messa nel 73° anniversario del martirio del beato Rolando Rivi.

La celebrazione avrà luogo nell’antica pieve che, su disposizione dello stesso Camisasca, al titolo di parrocchia dei Santi Valentino ed Eleucadio martiri affianca ora quello di Santuario del beato Rolando Rivi martire. Qui infatti il piccolo Rolando fu battezzato l’8 gennaio 1931 e, all’età di cinque anni, iniziò a servire all’altare come chierichetto; qui, guardando al suo parroco, don Olinto Marzocchini, maturò la vocazione al sacerdozio. Rolando entrò poi nel Seminario di Marola a 11 anni e, quando nel 1944 il Seminario venne chiuso a causa degli eventi della seconda guerra mondiale, continuò a casa la sua vita da seminarista avendo la pieve di San Valentino come punto di riferimento. Il quattordicenne venne ucciso in odio alla fede il 13 aprile 1945 da un gruppo di partigiani accecati dall’ideologia comunista che lo sequestrarono e lo sottoposero a torture orribili, finché il commissario politico, condotto Rolando in un bosco, lo uccise con due colpi di pistola mentre il seminarista pregava di fianco alla buca scavata per lui nel terreno.

Nonostante i tormenti patiti Rivi rinnovò sino alla fine il suo «sì» a Cristo. Là dove l’ideologia e l’odio della guerra sembravano dominare incontrastati, fece risuonare alto il suo amore per il Signore. E domani nella Pieve di San Valentino, dove le spoglie mortali di Rolando Rivi riposano nell’altare maggiore, si vivrà uno storico gesto di riconciliazione attraverso l’incontro fra la figlia di colui che premette il grilletto contro l’innocente, nello spirito della richiesta di perdono cristiano, e i parenti più prossimi del seminarista oggi beato.

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