giovedì 31 maggio 2018
ll cardinale presidente della Cei presiede la Messa nella città che accoglie le reliquie del miracolo eucaristico del preziosissimo sangue
Il cardinale Gualtiero Bassetti dà la comunione a un ragazzino a Ferrara

Il cardinale Gualtiero Bassetti dà la comunione a un ragazzino a Ferrara

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Nella cappella laterale dove si conserva l’antica volta intrisa del “preziosissimo sangue” il cardinale Gualtiero Bassetti non riesce a fermarsi in preghiera. La pioggia glielo impedisce. «Attraverso l’Eucaristia, nostro sostanzioso nutrimento spirituale, il Signore si fa nostro compagno di viaggio lungo il cammino della vita», dice il presidente della Cei nella Messa per il Corpus Domini che presiede nella Cattedrale di Ferrara. Una celebrazione che avrebbe dovuto precedere la processione lungo le vie del centro storico fino alla Basilica di Santa Maria in Vado. Ma il corteo con il Santissimo Sacramento non si tiene.
E’ giovedì pomeriggio, il giorno in cui si celebra a solennità estesa a tutta la Chiesa nel 1264 da Urbano IV, il Pontefice che per primo s’inginocchiò davanti alle reliquie del miracolo eucaristico di Bolsena.

Anche qui a Ferrara, nella chiesa voluta dal duca Ercole I d’Este di cui ricorrono i cinquecento anni della dedicazione, sono custoditi i segni di un “prodigio” legato al Sacramento dell’altare: quelle gocce di sangue che uscirono “in tal abbondanza” dall’ostia fino a macchiare il soffitto mentre l’abate Pietro da Verona la spezzava durante la Messa del giorno di Pasqua del 1171. Un evento straordinario, letto come risposta divina alle eresie del tempo sulla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, che «invita con più slancio all’adorazione dell’Eucaristia, realtà visibile del Risorto sempre sollecito verso il suo popolo», afferma il cardinale.

Nella celebrazione in Cattedrale solo un cenno alla crisi politica italiana. Prendendo spunto dalle Letture che parlano dell’alleanza fra Dio e l’uomo, Bassetti spiega guardando all’attualità che «fare un patto, stringere un’alleanza, significa cercare un accordo, trovare dei punti in comune su cui impegnarsi, anche tra parti che siano distanti, differenti, come lo sono il cielo e la terra». Quindi cita “Avvenire” e quello che lui ha scritto in prima pagina. «Anche noi siamo chiamati a stringere alleanze per colmare le distanze e cercare il bene di tutti. E io mi sono sentito obbligato come un padre di famiglia a chiedere a tutti, credenti e non credenti, a ogni persona di buona volontà, di rinnovare il proprio impegno per il bene comune».

Al suo fianco l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego. Nel dargli in benvenuto il presule si sofferma sulle «ferite del terremoto» di sei anni fa ancora evidenti e pone l’accento sulla «gioia del Vangelo» da portare «sulle strade e nelle piazze». «Gesù – sottolinea il presidente della Cei – vuole stare a tavola con noi: lo fa anche ora con il pane e il vino». Quindi aggiunge: «La mensa del Corpo e Sangue del Signore Gesù ci rende fratelli: nessuno è considerato ospite». Quindi il richiamo ad aprirsi a chi è ai margini. Perché la mensa di Cristo è «imbandita per tutti gli uomini e le donne che cercano il suo volto. Una mensa aperta ai fratelli nel bisogno, ai più poveri e abbandonati». Bassetti cita prima papa Francesco il quale «ci insegna che gli invisibili, i poveri e i migranti stanno al centro del cuore della Chiesa». Poi ricorda don Tonino Bello, il vescovo pugliese sul passo degli ultimi, riprendendo una sua invocazione al Signore: «Aiutaci a riconoscere il tuo Corpo nei tabernacoli scomodi della miseria e del bisogno, della sofferenza e della solitudine».

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