lunedì 3 maggio 2010
 "L'indifferenza verso le istituzioni è una mancanza grave e crescente, e prelude alle più varie forme di frattura nel Paese (verticali ed orizzontali) che lo renderebbero incapace di affrontare le sfide che gli si presentano". Lo denuncia il presidente della Cei Angelo Bagnasco, in un discorso tenuto a Genova in apertura di uno degli incontri preparatori della prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani, che si terrà in ottobre a Reggio Calabria.
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"L'indifferenza verso le istituzioni è una mancanza grave e crescente, e prelude alle più varie forme di frattura nel Paese (verticali ed orizzontali) che lo renderebbero incapace di affrontare le sfide che gli si presentano". Lo denuncia il presidente della Cei Angelo Bagnasco, in un discorso tenuto a Genova in apertura di uno degli incontri preparatori della prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani, che si terrà in ottobre a Reggio Calabria. In proposito Bagnasco, che è stato ordinario militare, confida: "da vescovo ho vissuto episodi drammatici, penso alla tragedia di Nassirija, e penso anche alle recenti calamità naturali che hanno segnato alcuni regioni d'Italia". "Il nostro popolo, specialmente la gente semplice che tira la vita, sa sempre - sottolinea il porporato - quando è in gioco la causa comune, il bene comune".Secondo Bagnasco, il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia che si avvicina, "senza indulgere ad alcuna retorica, deve aiutare anche un nuovo incontro tra quelle che, con una espressione molto imprecisa, ma efficace, qualcuno ha chiamato cultura 'altà e cultura 'diffusà". "Chiediamo a chi fa ricerca - spiega - di aiutarci a crescere nella consapevolezza del valore umano e civile delle istituzioni, politiche, economiche, familiari e di altro tipo". "Credo fermamente che sia opportuno partecipare con tutte le nostre energie culturali e nelle forme più varie alle celebrazioni del prossimo anno". È quanto ha sottolineato il presidente della Cei, Card. Angelo Bagnasco spiegando - in un suo intervento ad un seminario a Genova - che la "ricorrenza per i 150 anni dell'Unità d'Italia dovrebbe trasformarsi in una felice occasione per un nuovo innamoramentodel nostro essere italiani". "Se sapremo cogliere in modo adeguato questo appuntamento, che cade proprio in un momento in cui anche il nostro Paese è alle prese con dure prove, renderemo un dono a tutti quegli uomini e quelle donne, quelle famiglie e quelle associazioni, quelle istituzioni che si stanno spendendo per la ripresa", ha proseguito il card. Bagnasco parlando al Convegno sull'Unità d'Italia, promosso dal Comitato per le Settimane sociali della Conferenza Episcopale Italiana e dall'arcidiocesidi Genova.La storia di questi 150 anni di unità politica d'Italia "testimonia in modo inequivoco come, a condizione di una elevata tensione morale, anche nei momenti più difficili, certo non meno di quelli attuali - ha proseguito Bagnasco - sia possibile perseguire e conseguire accordi che per lunghi periodi consentono una convivenza civile di grande qualità"."L'unica cosa che dobbiamo temere - ha aggiunto il presidente della Cei - è una cattiva ricerca storica, una propaganda ideologica, di qualsiasi segno, spacciata per verità storica".
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