martedì 18 dicembre 2012
​Messa di Natale con i senatori e i deputati. Il presidente della Cei ha sottolineato che «la dimensione politica, ispirata da un forte impianto etico, è elemento imprescindibile della vita di ogni Paese, della democrazia​». «Avventurismo sconsiderato non è esempio per i giovani».
​​​​​​​​​​​Il testo dell'Omelia
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«Il nostro popolo guarda con esigenza al mondo politico» e «la dimensione politica, ispirata da un forte impianto etico, è elemento imprescindibile della vita di ogni Paese, della democrazia». Così nella sua omelia il cardinale Angelo Bagnasco si è rivolto stasera ai senatori e ai deputati della Repubblica, celebrando la Messa in preparazione al Natale nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva. «Dobbiamo onorare quanti - e non sono pochi - fanno il loro dovere con spirito di autentico servizio, prodigandosi non per interessi personali o di parte, ma per la giustizia che assicura a tutti e a ciascuno le condizioni per realizzare il bene», ha detto l'arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana. Aggiungendo che la gente «seria e buona», con la sua «dignità», attende dalla politica «stili e scenari virtuosi».Le luci del Natale «non riflettono solamente la buona volontà e il moltissimo bene che scorrono come tanti rivoli che fecondano la terra. Essi sono il segno di un’altra Luce. I cristiani - ha argomentato Bagnasco - conoscono questa Luce originaria e perenne che sta al fondo di questi giorni che sciolgono la briglia dei sentimenti migliori, delle aspirazioni più vere, forse – Dio lo voglia – di propositi più saggi».I giovani, per il presidente Cei, devono vedere nella società degli adulti «dei punti di riferimento veri, non l’avventurismo sconsiderato o la rincorsa verso mode di pensare scriteriate, che non li aiutano a crescere». Le nuove generazioni cercano «non illusioni ma la verità delle cose che contano, quelle che i nostri genitori hanno vissuto con dignità e sacrificio, con onore e fierezza, in tempi difficili e incerti, poveri di cose ma ricchi di speranza». Allontanarsi dalla strada dei padri, ha concluso Bagnasco, significa «illudere, condannare all’infelicità le generazioni future, costruire una società apparente, un popolo senz’anima perché senza valori belli anche se severi. Sarebbe una responsabilità troppo grande».
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