lunedì 6 giugno 2016
Lavoro, ludopatia e profughi: sono i temi trattati dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in occasione del tradizionale pellegrinaggio per il mondo del lavoro che si è svolto domenica al Santuario di Nostra Signora della Guardia.
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Lavoro, ludopatia e profughi: sono i temi trattati dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in occasione del tradizionale pellegrinaggio per il mondo del lavoro che si è svolto domenica al Santuario di Nostra Signora della Guardia. Sul lavoro il cardinale Bagnasco ha parlato di “miracolo” spiegando che “Genova ha bisogno di tutti quanti noi” e che “insieme si può fare il miracolo se facciamo una sola voce e se attiviamo la cultura della consultazione per trovare soluzioni condivise, efficaci, rapide”.Ha parlato di una città “non morta, ma malata” ricordando inoltre che la disoccupazione italiana è il doppio di quella europea. Un problema per i giovani ma anche per gli adulti che perdono il lavoro e rischiano di non rientrare più in attività. Il cardinale Bagnasco ha poi parlato del gioco d’azzardo come di “un fenomeno gravissimo e purtroppo i dati ci dicono che le slot macchine stanno crescendo mentre la legge, giustamente, dice che devono diminuire”. Per questo, ha ricordato, “ci vuole un impegno maggiore da parte di tutti, innanzitutto serve un impegno educativo perché nessuno deve avvicinarsi a questa forma deformata di vita che gioca alla fortuna”. In merito ai flussi migratori, il cardinale ha ricordato che “sono movimenti inarrestabili”. “Il Sud - ha affermato l'arcivescovo di Genova - si è mosso verso il Nord, verso l’Occidente”. “Le cause - ha sottolineato il cardinale Bagnasco - le conosciamo: guerre, persecuzioni, fame carestia, il desiderio giusto di una vita un po’ migliore”. “L’Occidente  - ha spiegato - deve continuare ad accogliere. L’Italia cerca di farlo il più possibile fin dall’inizio. Nessuno può dire nulla contro l’Italia. Ma l’Italia non basta. Servono l’Europa e la comunità internazionale altrimenti sarà peggio e questo non è giusto per i migranti, povera gente, ma per nessuno”.
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