martedì 6 gennaio 2015
Questo Paese "è una radice del nostra cultura". Nell'omelia per l'Epifania ha parlato di crisi economica e del rapporto dell'uomo con la tecnologia.
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La nomina dei nuovi cardinali annunciati da Papa Francesco "è un bellissimo messaggio". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, dopo la celebrazione dell' l'Epifania nella cattedrale di San Lorenzo del capoluogo ligure. "È un motivo di gioia e di speranza in più - ha aggiunto Bagnasco - che il Santo Padre ha voluto dare a tutta la chiesa allargando molto lo sguardo e l'orizzonte e chiamando a fare parte del collegio cardinalizio tanti confratelli vescovi di tante parti del mondo a cui il Santo Padre ha voluto riconoscere il valore e la dedizione del servizio episcopale in queste terre". Il discorso scivola poi sulla crisi greca e l'Europa. L'uscita della Grecia dall'Unione europea "sarebbe un male", ha affermato il cardinale Bagnasco, aggiungendo: "La Grecia è una radice del nostro patrimonio culturale, della nostra cultura occidentale e in particolare europea. Perdere la presenza della Grecia con questa ricchezza culturale, con il suo patrimonio storico e di civiltà, sarebbe sicuramente un tagliare una radice alla nostra cultura. Sarebbe un male". Al momento difficile Bagnasco ha accennato anche nell'omelia pronunciata in cattedrale. "Le difficoltà economiche, le povertà, l'assenza di lavoro, le disgregazioni sociali sono oscurità che sembra che ci perseguitino senza sosta", ha detto ai fedeli l'arcivescovo. "L'esperienza - ha affermato - ci insegna che non possiamo rivestirci di luce da soli ma possiamo lasciarci rivestire di luce da Cristo. Desideriamo la luce ma spesso ci muoviamo nel buio: smarrimento e sfiducia sono ombre che ci accompagnano". Infine, sempre nell'omelia è stato toccato il tema della tecnologia in rapporto con la nostra vita. "La cultura tecnologica ci vuole fare dimenticare che l'uomo è un desiderio e un capolavoro incompiuto - ha infatti detto il cardinale -. La cultura tecnologica di oggi vuole farci dimenticare che l'uomo è un capolavoro incompiuto, vuol farci dimenticare questa nostra realtà profonda, incancellabile. Vuol farci dimenticare che il compimento dell'uomo viene dall'alto".
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