sabato 2 novembre 2013
​Il presidente della Cei ha celebrato la Messa nel cimitero monumentale di Genova Staglieno. «La morte - ha detto - è la porta di casa» e i cimiteri sono «specie di dormitori, dal punto di vista cristiano, dove le spoglie riposano in attesa della resurrezione finale». Il ricordo dei morti di Lampedusa.
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"Oggi ricordiamo quanti hanno combattuto e operato perché l'Italia fosse la nostra casa, libera, giusta, serena e perché il mondo fosse migliore". Lo ha detto oggi il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, celebrando nel cimitero monumentale di Genova Staglieno la Messa per i defunti delle Forze armate."La morte - ha detto Bagnasco - è la porta di casa" ed oggi "non ricordiamo solo i defunti che portiamo nella vivezza della memoria" ma anche "i militari di ogni tempo e i membri delle forze dell'ordine, sepolti qui o altrove". Persone che "non conosciamo personalmente ma sentiamo che ci appartengono, che sono parte di noi, che fanno parte della nostra famiglia, perché hanno vissuto, combattuto e operato perché l'Italia fosse la nostra casa. Si sono dedicati al loro dovere con umiltà e dedizione fino al sacrificio della vita per la pace, per l'ordine e la sicurezza". Per questo, ha concluso, "la comunità è loro riconoscente: per questo siamo qui ogni anno, non per un incontro rituale, ma per testimonianza di fede e di profonda gratitudine per queste persone che ci hanno preceduto e alle quali siamo tutti debitori".I cimiteri, ha detto ancora Bagnasco, sono "specie di dormitori, dal punto di vista cristiano, dove le spoglie riposano in attesa della resurrezione finale. Ma sono anche luoghi di riflessione sul senso della vita, sulla velocità della vita, sul senso delle cose, quindi sulle cose che contano e che restano". Per questo, ha concluso, "ci auguriamo tutti che l'incontro con i defunti ci renda tutti più saggi e più buoni".Alla celebrazione del 2 Novembre erano presenti i vertici e i rappresentanti delle forze armate, i reduci, le associazioni e i labari di Regione, Provincia e Comune di Genova. Al termine della cerimonia i rappresentanti delle autorità civili e militari si sono recati sulla scalinata antistante al Panteon per gli onori e la deposizione delle corone di fiori in ricordo dei caduti di tutte le guerre."Non dimentichiamo i tanti immigrati che hanno perso tragicamente la vita nella speranza di un domani migliore", ha detto Bagnasco, nella messa a Staglieno ricordando i tanti immigrati morti nella strage di Lampedusa. Il cardinale ha ricordato anche "le troppe vittime della violenza in tante parti del mondo, dove la libertà, la pace e la giustizia sono mete lontane"."Preghiamo per tutti i defunti - ha detto il porporato - perché crediamo che sono vivi in un mondo invisibile ma vero, anche più del nostro mondo: di là, infatti, non ci sono apparenze ma solo realtà, qui ci sono anche tante apparenze che incantano e deludono"

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