giovedì 30 dicembre 2010
La Chiesa «vive accanto alla gente, nelle diocesi, parrocchie, aggregazioni, negli istituti religiosi». Questo vuol dire che «conosce le vicende delle persone, delle famiglie» e questo comporta «una grande responsabilità» «Noi pastori non possiamo tacere quelle che sono le istanze della gente, e dobbiamo darne voce». È quanto ha detto giovedì il cardinale Angelo Bagnasco in un’intervista alla Radio Vaticana.
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La Chiesa «vive accanto alla gente, nelle diocesi, parrocchie, aggregazioni, negli istituti religiosi». Questo vuol dire che «conosce direttamente le vicende delle persone, delle famiglie» e, se questo «è una grande grazia che abbiamo», esso comporta «anche una grande responsabilità». Per questo, allora, «noi pastori non possiamo tacere quelle che sono le istanze della gente, e dobbiamo darne voce».È quanto ha detto giovedì il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, in un’intervista al Canale 105 di Radio Vaticana. Domande e risposte a tutto campo, quasi a bilancio del 2010, dove accanto ai grandi appuntamenti vissuti – dalla Settimana Sociale di Reggio Calabria alla pubblicazione degli Orientamenti pastorali – il cardinale sottolinea in particolare «la vita ordinaria delle parrocchie», che «non si può mai dimenticare» in quanto «costituisce il tessuto seriale e continuativo della Chiesa, come Chiesa di popolo in Italia». "Diceva il Papa che l'Europa non si vuole bene perché sta sfigurando progressivamente il suo volto, la sua identità, negando la sua origine, le radici di ciò che di più bello e più prezioso ha l'Europa e cioè quell'umanesimo plenario, aperto, solidale e comunitario che è eredità soprattutto del cristianesimo e del Vangelo. Quindi - ha aggiunto parlando dei calendari europei senza Natale - anche questo segno mi pare che vada in questa direzione. Non è un bel segno. Vuol essere forse un segno di apertura a tutti ma, perdendo l'identità propria, non si incontra nessuno".Bagnasco ha ricordato anche la Settimana Sociale dei cattolici a Reggio Calabria che "è stato un grande appuntamento con le sue conclusioni, i suoi impulsi" e "la vita ordinaria delle parrocchie. Non dobbiamo mai dimenticarla perchè costituisce il tessuto seriale e continuativo della Chiesa, come Chiesa di popolo in Italia". Ribadendo l'impegno di vescovi, della Chiesa, dei sacerdoti nell'unità d'Italia ("creare quest'anima"), ora, ha detto il cardinale, "questo contributo non si è mai concluso e la Chiesa cerca con umiltà, con semplicità e convinzione, anche di continuare a dare questo contributo perché tutti sappiamo che un popolo senz'anima si sfalda ma anche che uno Stato senza popolo, un popolo coeso, si sfigura".
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